Cucciago, trascinato e ucciso dal treno: due indagati

Accusati di omicidio colposo macchinista e capotreno. Il 52enne milanese Alessandro Rossi rimase incastrato con una gamba nella porta e fu trascinato per quattro chilometri

Le indagini lungo la ferrovia fra Albate e Cucciago

Le indagini lungo la ferrovia fra Albate e Cucciago

Cucciago (Como), 3 gennaio 2018 - Della sua morte si erano accorti solo alla stazione di Cucciago, quando il treno partito da Albate alle 13.28 dell’11 aprile scorso e diretto a Milano Porta Garibaldi, si era fermato mostrando una scena raccapricciante: una gamba maschile rimasta incastrata tra le porte di una carrozza. Nient’altro. L’uomo, poi identificato in Alessandro Rossi, 52 anni di Milano, era rimasto bloccato mentre scendeva dal treno ad Albate con le porte in chiusura. Tutto il corpo era già fuori dalla carrozza, ma la caviglia era stata irrimediabilmente stretta tra le porte. Il convoglio era partito diretto verso la stazione successiva, a Cucciago, e aveva percorso quattro chilometri senza che nessuno si accorgesse di quel tragico incidente.

Ora il sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, a conclusione dell’indagine svolta dalla polizia ferroviaria, ha formalizzato l’accusa di omicidio colposo a carico del macchinista e del capotreno, rispettivamente A. C., 56 anni di Carnate e M. S., 62 anni di Milano. La colpa dei due, sarebbe consistita nel commettere alcune omissioni rispetto alle regole previste nelle operazioni di fermata e ripartenza, che vengono regolarmente recepite e impartite anche da Trenord. In particolare, al momento della ripartenza da Como-Albate, sarebbe emerso che il segnale di «pronti alla partenza» sarebbe stato dato dal capotreno senza verificare che tutte le porte fossero effettivamente sgombre. Così Rossi, per quanto impegnato in una manovra imprudente di discesa dal treno, decisa quando le porte automatiche erano già in fase di chiusura, era rimasto bloccato.

A sua volta il macchinista non avrebbe rilevato la segnalazione fornita dalla specifica spia di «blocco porte», rimasta attiva per circa quaranta secondi e relativa alla quarta carrozza. Nonostante ciò, il macchinista ha proceduto con la partenza, senza attendere un nuovo segnale da parte del capotreno. A quel punto, nessuno aveva potuto fare più nulla. Rossi era rimasto impigliato, senza nessuna possibilità di aggrapparsi alla carrozza o svincolarsi, ed era stato trascinato dal treno per circa quattro chilometri, fino all’arrivo alla stazione di Cucciago. Per risalire a quanto accaduto, e per arrivare a ricostruire l’identità della vittima, gli inquirenti avevano percorso a ritroso il tratto fino ad Albate, arrivando a recuperare i documenti di Rossi.