Coronavirus, gara di solidarietà per le maschere da sub

L’azienda 3DP di Como partecipa al progetto: corsa contro il tempo per realizzare le valvole da applicare all’innovativo respiratore

La maschera di Decathlon

La maschera di Decathlon

Como, 25 marzo 2020 -  Parte da Monza e Como la corsa contro il tempo per stampare in 3D le valvole da applicare alle maschere da sub della Decathlon trasformate in respiratori. C’è anche lo zampino di Alberto Canali e Barbara Ferrari, soci del Rotary Club Monza Villa Reale e a capo dell’azienda 3DP di Como, nella realizzazione di questo progetto che è il frutto della creatività e dell’ingegno di alcuni progettisti dell’azienda Issinova di Brescia che hanno depositato domanda di brevetto e lo hanno messo a disposizione pro bono. La maschera è nata da un’idea del dottor Renato Favero, ex primario dell’ospedale di Gardone Val Trompia, ed è stata elaborata dal team degli ingeneri dell’azienda bresciana che hanno riadattato la maschera da snorkeling full face della Decathlon in un respiratore d’emergenza.

«Partecipiamo con immenso piacere a questa gara di solidarietà – spiega Barbara Ferrari -. Abbiamo deciso di stampare le valvole in 3D e ieri mattina i medici ci hanno confermato che il marchingegno funziona. Queste maschere hanno un vantaggio: permettono, a differenza degli altri dispositivi respiratori, di tenere il paziente prono». I due rotariani monzesi lavorano senza sosta e i vantaggi della maschera non fanno sentire la fatica. «Siamo felicissimi di dare il nostro contributo nella battaglia contro Covid-19 – prosegue Barbara Ferrari -. Alberto Canali trascorre le giornate a stampare le valvole e a consegnarle agli ospedali. Noi non ci fermiamo e continuiamo in questa maratona di solidarietà». Una gara che ha visto il coinvolgimento anche dei comaschi: la ditta 3DP ha infatti sede nel capoluogo lariano.

«Avevamo bisogno di recuperare le maschere della Decathlon – continua -. Gli store, naturalmente, sono chiusi quindi abbiamo cercato di acquistare le maschere on line, ma i tempi di consegna sono troppo lunghi, fino a due settimane». Ma l’emergenza è adesso e con il classico spirito di pragmatismo brianzolo Barbara Ferrari e Alberto Canali hanno cercato di trovare una soluzione alternativa. «Abbiamo lanciato una richiesta di aiuto attraverso i gruppi facebook di Como, ricevendo una generosità inaspettata – prosegue -. I comaschi, ma non solo, che avevano in casa quella precisa maschera hanno deciso di donarcela». Ma a quel punto si è presentato un altro problema: muoversi con l’auto per consegnare le maschere. Ferrari ha così contatto la Questura di Como che, immediatamente, ha predisposto un servizio di ritiro delle maschere attraverso le staffette della Polizia di Stato.