Coronavirus, al via i controlli al personale medico e infermieristico

Como, Cantù e Erba: sottoposti a misurazione della temperatura all’ingresso e tamponi per chi è in prima linea. Diciotto positivi

Medici e infermieri

Medici e infermieri

Como, 24 marzo 2020 - Sono diciotto i medici dell’Asst Lariana finora risultati positivi al coronavirus e sottoposti alla quarantena obbligatoria, come prevede la profilassi del Ministero della Salute. Da ieri tutto il personale medico e infermieristico, cooperative comprese, dei tre ospedali che fanno capo all’azienda sanitaria (Sant’Anna, Sant’Antonio Abate di Cantù ed Erba-Renaldi di Menaggio) viene sottoposto alla misurazione della temperatura all’ingresso in ospedale. Le stesse precauzioni sono state prese anche al Fatebenefratelli di Erba e al Valduce. Si sta anche provvedendo, ma con più lentezza, a sottoporre al tampone medici e infermieri impegnati in prima linea in queste settimane. Controlli sulla temperatura sono stati estesi anche ai pazienti diretti al Pronto Soccorso, insieme alla verifica di eventuali sintomi influenzali.

Una profilassi obbligatoria per poter accedere alla struttura ospedaliera che a San Fermo vine effettuata all’interno del pre-fabbricato montato all’ingresso della struttura, a Cantù all’interno di un tendone prestato dalla Croce Bianca di Mariano Comense e a Menaggio in una tensostruttura del Lario Soccorso di Erba. Lo stesso accorgimento viene preso anche nei confronti di chi si reca in ospedale in visita a qualche parente ricoverato nei reparti non covid. Solo al Sant’Anna 34 dei 64 posti letto in terapia intensiva sono dedicati a pazienti ricoverati per coronavirus, di fatto metà ospedale è impegnato nella cura dei pazienti contagiati e 264 dei 500 posti letto disponibili sono dedicati a loro.

Ad esprimere solidarietà ai colleghi impegnati in prima linea c’è anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Como, Gianluigi Spata, che ieri ha indirizzato una lettera durissima all’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, denunciando le conseguenze pesantissime dei ritardi nel rifornimento di mascherine e kit di sicurezza. «Il territorio è stato vergognosamente lasciato solo – denuncia Spata – Nei reparti ospedalieri si centellinao mascherine, guanti, camici per poter garantire il massimo della sicurezza al personale e ai pazienti. Ora anche i medici generici stanno pagando un alto prezzo di questa situazione, sia in termini di salute, sappiamo quanti sono ammalati ad ora? I presidi non ci sono e, se presenti, sono insufficienti a far fronte all’emergenza sanitaria».