Como, bimbi rientrano dalla Cina e scatta l'allerta: non è il virus

Dopo 24 ore di isolamento al Sant'Anna scongiurata la presenza del Coronavirus

Controlli

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Como, 30 gennaio 2020 - Sono tornati da Pechino martedì, ma appena scesi dall’aereo, i due bimbi hanno iniziato a manifestare i sintomi di una forte forma influenzale. È bastato questo a far scattare l’allarme nei confronti di una famiglia di comaschi, messa immediatamente in isolamento e sottoposta ai test per individuare l’eventuale presenza del Coronavirus. Moglie e bambini erano di ritorno da un viaggio assieme al padre, dipendente di una società di Pechino: una zona che non risulta particolarmente colpita dal virus, ma che comunque è in stato di allerta come tutto il Paese.

Davanti alla manifestazione febbrile accentuata dei bimbi piccoli, il padre, la madre e i bimbi sono stati trasferiti in ospedale al Sant’Anna, e ricoverati in isolamento al pronto soccorso. Qui i medici hanno svolto tutti i test necessari a escludere la presenza della forma influenzale letale, che in Cina si è già lasciata alle spalle oltre cento morti. Ma ieri sera, dopo oltre ventiquattro ore di isolamento ed esami, è arrivato l’esito negativo, stabilendo così che i due bimbi erano affetti solo da una forte forma influenzale, e sono stati quindi dimessi. Ventiquattro ore di preoccupazione, che sono però servite a sgombrare il campo da ogni dubbio. I medici hanno adottato il protocollo stabilito per affrontare questa emergenza ormai mondiale.

In generale, durante l’eventuale periodo di quarantena, chi rientra dalla Cina e non viene ricoverato per esami clinici, deve osservare alcune precauzioni, come l’uso di mascherine ed evitare contatti ravvicinati con i familiari. Il contagio infatti può avvenire ad una distanza inferiore a un metro e mezzo o due. I sintomi sono invece di tipo respiratorio, simili a quelli dell’influenza stagionale, a volte anche con febbre. In questi casi, è fondamentale presentarsi in ospedale per essere sottoposti al test del Coronavirus. L’esito è molto veloce, e arriva nell’arco di tre ore nel caso del test diretto, di cui si è in attesa, e che si allunga di qualche ora nel momento in cui vengono svolti accertamenti di laboratorio meno specifici, ma ugualmente attendibili. Molti ospedali si sono già attrezzati per accogliere eventuali casi che dovessero comparire in Italia, per i quali l’isolamento rimane la prima precauzione, da attivare anche nel caso di soli sospetti.