Como, il Comune ci ripensa e ristruttura il Politeama

Aste finora andate deserte. L'amministrazione acquisterà delle quote per diventare titoale a tutti gli effetti dell’immobile. Dopo vent’anni di declino e degrado, un futuro che per l’ex cinema prevede un mix di cultura e commercio

L’attrice Valeria Bruni Tedeschi con Corrado Fortuna e Franco Maino all’ingresso del Polit

L’attrice Valeria Bruni Tedeschi con Corrado Fortuna e Franco Maino all’ingresso del Polit

Comunque vada il 2023 sarà l’anno del cinema Politeama, finalmente destinato a rinascere dopo un inesorabile declino proseguito negli ultimi vent’anni, coincisi con la chiusura e l’abbandono della sala. La svolta era nell’aria, ma è stata formalizzata nero su bianco nel Documento unico di programmazione del Comune nel capitolo che riguarda le partecipate. L’ex cineteatro, le cui quote sono già detenute per i quattro quinti da Palazzo Cernezzi (81,6% del totale) entro fine anno andrà di nuovo all’asta, ma questa volta tra i partecipanti potrebbe esserci l’amministrazione comunale. "Si valuterà la possibilità di prendervi parte per divenire, entro i primi mesi del 2023, proprietario a pieno titolo dell’immobile – si legge nel documento allegato al Bilancio - avviando in tal modo l’attività diretta al recupero per la restituzione alla città del compendio".

Un passo indietro rispetto a quanto era stato deciso nel 2018 quando era stato nominato un liquidatore incaricato di vendere il Politeama. Impresa che si è rivelata impossibile alla prova dei fatti per via dei vincoli monumentali e quelli di destinazione urbanistica. La società ha pubblicato nel 2020 un avviso per il reclutamento di soggetti interessati a forme di partenariato e coprogettazione, per l’elaborazione di proposte progettuali relative al recupero funzionale e alla gestione del teatro. Le proposte sono in fase di esame da parte del tavolo di progettazione e saranno successivamente sottoposte al Comune. Nel corso del 2022 una prima asta pubblica per la vendita dell’immobile è risultata deserta.

"È intenzione dell’amministrazione valutare le possibilità di acquisto dell’immobile, al fine di una ristrutturazione anche degli spazi commerciali – si legge nella relazione di Palazzo Cernezzi –. Questo consentirebbe di avviare una autonoma gestione economica in attesa di intraprendere sostenibile progetto culturale".

È segnato, ma in tutt’altra direzione, anche il destino di Comodepur la società proprietaria del depuratore cittadino partecipata al 30% dal Comune. In questo caso si andrà allo scioglimento e alla liquidazione della società, con il Comune che è pronto anche a recedere alienando le sue quote se gli altri soci decideranno di proseguire l’attività.