Truffe agli anziani: i consigli dei carabinieri

I militari hanno messo a punto una serie di regole per prevenire un fenomeno che non accenna a diminuire

Una pattuglia dei carabinieri

Una pattuglia dei carabinieri

Como, 18 giugno 2018 - Il fenomeno delle truffe, in particolare ai danni di anziani soli in abitazione, non accenna a diminuire, nonostante tutte le campagne informative portate avanti in questi ultimi anni. Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Como, ha quindi messo a punto un decalogo che fa riferimento alle casistiche più ricorrenti di questo tipo di fenomeno. Si parte dalla truffa del “finto carabiniere”, che di solito viene commessa con modalità molto simili: una coppia di truffatori riesce ad avere accesso all’abitazione dell’anziana vittima presentandosi uno, come dipendente comunale incaricato di effettuare dei controlli sullo smaltimento dei rifiuti, mentre l’altro, che giunge poco dopo, come maresciallo dei carabinieri in abiti civili che necessita di effettuare un sopralluogo a seguito di furti avvenuti poco prima nella zona. L’anziano, solo in casa, con due estranei e incalzato dal finto maresciallo, si fa facilmente distrarre, consentendo così al finto dipendente comunale di impossessarsi del contante e dei gioielli per poi fuggire con il complice. Altro caso: i malviventi si presentano come carabinieri in abiti civili, e dopo aver avuto accesso all’abitazione, fingono un precedente furto ai danni della stessa vittima riferendo di aver arrestato un gruppo di nomadi con refurtiva della quale devono accertare la provenienza. Con tale pretesto si fanno mostrare dalla vittima il denaro e i preziosi tenuti in casa che vengono quindi facilmente asportati. Variante del “falso avvocato”: i malfattori contattano telefonicamente le vittime chiedendo loro denaro, quale risarcimento per presunti incidenti stradali o al fine di pagare eventuali contravvenzioni al codice della strada, o per procedere al risarcimento in sede civile dei danni causati da un loro familiare, che viene spacciato come in “stato di fermo” dai carabinieri. I malviventi spiegano alla vittima che il familiare potrà liberato solo in seguito al pagamento di una somma da consegnare nelle mani di un sedicente avvocato. Il consiglio più importante è diffidare di operatori di Polizia in abiti civili, anche se mostrano il tesserino: in caso di dubbi sulla qualifica o sull’atteggiamento di persone che suonano al campanello o bussano alla porta in maniera pretestuosa, avvertire subito, sempre, il 112. Allo stesso modo, la chiamata di presunti avvocati che chiedono denaro per un parente in difficoltà, rappresentando, magari, l’invio di un “incaricato” disposto a prelevare soldi dal bancomat: non bisogna pagare nessuno e in nessun caso, rivolgendosi, piuttosto, a una persona di fiducia o al 112. Infine bisogna ricordarsi che la presentazione di un “tesserino”, di qualsiasi tipo, non è sufficiente: è importante farsi dare più dettagli e indicazioni e non esitare mai a chiamare i numeri di emergenza.