Como, processo paratie: "Lucini ha agito per il bene della città"

La difesa dell’ex sindaco di Como in aula

L'ex sindaco durante una delle udienze

L'ex sindaco durante una delle udienze

Como, 6 dicembre 2018 - «Ciò che è stato fatto era legittimo ed era nell’interesse della pubblica amministrazione». Con un’arringa di oltre quattro ore, l’avvocato Andrea Panzeri ha ripercorso il ruolo dell’ex sindaco di Como Mario Lucini, all’interno del processo per le paratie del lago di Como. Arrivando così a chiedere una «assoluzione da tutti e sei i capi di imputazione con la formula più ampia e senza richieste in subordine». La difesa, portata avanti anche dall’avvocato Ernesto Lanni, ha puntualizzato una serie di aspetti tecnici, senza trascurare i significati politici delle condotte e delle scelte di Lucini. 

«Lucini ha 35 anni di attività politica alle spalle – ha ricordato Panzeri –, venti in circoscrizione, due mandati in opposizione e poi l’incarico come sindaco. Ha dedicato la sua vita alla sua passione, la politica. Come mai una persona così specchiata arriverebbe a commettere una serie di reati contro la pubblica amministrazione? Non certo per denaro. È stato fatto un anno di indagine, intercettazioni, sequestri, perquisizioni di casa e degli studi. Ma cosa è stato trovato? Non c’è una carta, una parola, un euro che leghi Lucini alle persone di questa pratica. Quindi cosa resta? L’interesse politico, e Lucini è un politico». La difesa ha quindi ricordato che «la linea politica era quella di mantenere le promesse elettorali, e questo poteva essere fatto solo intervenendo sul lungolago». Quanto alla risoluzione del contratto con Sacaim, «nel marzo 2016 Lucini è andato da Cantone: non da altri, dal presidente Anac».  «Ci ha messo la faccia, perché è una persona trasparente – ha proseguito la difesa –. Cantone non gli dice che doveva risolvere il contratto, ma piuttosto: facciamo vedere agli ingegneri. Lucini era convinto che gli avrebbero dato una risposta: poteva pensare che stava commettendo un reato? Quando è Anac che chiede una integrazione documentale?». Ma, sempre in relazione alla mancata risoluzione del contratto, Panzeri ha chiesto ai giudici del Collegio: «Ha una qualche competenza il sindaco del Comune? No, compete ai dirigenti l’accertamento di errori e l’azione risolutoria». Il processo prosegue il 9 dicembre e il 9 gennaio con le difese di altri imputati, con sentenza prevista il 16 gennaio.