Como, il pm al processo sulle paratie: "E' mancato il controllo"

Dopo due anni di dibattimento, è arrivato alle fasi conclusive il processo che ruota attorno al cantiere del lungolago

Il cantiere delle paratie

Il cantiere delle paratie

Como, 27 settembre 2018 - Dopo due anni di dibattimento, è arrivato ieri alle sue fasi conclusive il processo che ruota attorno al cantiere delle paratie del lungolago di Como. Sintesi di due filoni di indagine che sono confluiti in un unico procedimento, che vede coinvolti l’ex sindaco di Como Mario Lucini, il suo predecessore Stefano Bruni, dirigenti ed ex dirigenti dei settori reti e grandi opere – Antonio Ferro, Pietro Gilardoni e Antonio Viola – oltre ad alti imputati, chiamati a rispondere di una serie di presunte violazioni legate al cantiere. Ieri, davanti al Tribunale Collegiale di Como – Valeria Costi, Cristian Mariani, Walter Lietti – ha iniziato la sua requisitoria il pubblico ministero Pasquale Addesso. Un inizio ritardato da alcune eccezioni delle difese che hanno tenuto i giudici impegnati per l’intera mattinata, relativamente alle ultime integrazioni di imputazioni.

Dopo una lunga camera di consiglio, i giudici hanno rigettato la richiesta dei difensori, ascoltando gli ultimi testimoni e dichiarando chiusa la lunghissima istruttoria, caratterizzata da momenti di forte contrasto tra le parti, tensioni e attacchi reciproci. All’interno di udienze tutte caratterizzate da questioni puramente tecniche e progettuali. «Si tratta di opere realizzate in difformità del titolo abilitativo in essere in quel momento - ha detto il pubblico ministero – dove le varianti sono state utilizzate come sanatorie». Ma la premessa introduttiva è andata oltre, valutando la condotta dell’intera amministrazione. 

«Siamo davanti al fallimento del sistema di controllo del Comune di Como. Le paratie sono la più importante opera pubblica della città, per la quale era necessario un grado di trasparenza massimo. Ma ora sono imputati i soggetti che avevano l’obbligo di vigilanza. Hanno sfruttato i loro poteri per consumare reati e occultare le loro responsabilità, fermandosi solo con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare».  Provvedimento che era stato eseguito a giugno 2016 a carico dei due dirigenti Ferro e Gilardoni, relativamente alla prima fase di indagine, in cui non comparivano i due ex sindaci. Tra due settimane proseguirà la requisitoria del pubblico ministero, per poi lasciare spazio alle difese a partire dal 24 ottobre. La sentenza è prevista per metà dicembre.