Como, inquinamento alle stelle. L'allarme: "Regioni e Comuni non fanno niente"

"Dati che certificano, se ce ne fosse ancora bisogno, che la nostra aria è malata, malatissima, eppure, nemmeno di fronte a questa situazione preoccupante, le Istituzioni preposte (ovvero in primis Regione e Comuni) stanno adottando quei necessari provvedimenti", dicono gli ambientalisti.

Polveri sottili alle stelle

Polveri sottili alle stelle

Como, 22 febbraio 2019 - A Como polveri sottili oltre il limite per il quarto giorno consecutivo. Regione valuterà l’avvio delle limitazioni al traffico, già in vigore in cinque province lombarde. A Como, le PM10 sono oltre la soglia di allarme da lunedì, quando il dato era di 58 e ieri ha toccato quota 69. A Cantù ieri si sono registrati valori di 52 microgrammi per metro cubo e Erba di 57. La concentrazione media di polveri sottili in provincia è di 59 microgrammi per metro cubo, adesso toccherà al Pirellone decidere se attivare le misure antismog di primo livello, che prevedono limitazioni per i diesel Euro4.

 "Dati che certificano, se ce ne fosse ancora bisogno, che la nostra aria è malata, malatissima! È bene infatti ricordare che le elevate concentrazioni di polveri sottili nell’aria, per più giorni, possono causare problemi di ordine sanitario sulla popolazione, soprattutto sulle fasce più a rischio: bambini, anziani e chi già soffre di malattie respiratorie. Eppure, nemmeno di fronte a questa situazione preoccupante, le Istituzioni preposte (ovvero in primis Regione e Comuni) stanno adottando quei necessari provvedimenti per risolvere all’origine il problema dello smog  - commenta Roberto Fumagalli del Circolo Ambiente Ilaria Alpi -. La Regione e i Comuni si rimpallano le responsabilità e le competenze. Mai che si mettano attorno ad un tavolo per pianificare urgenti misure di contenimento dell’inquinamento, sulle principali cause che, ricordiamo, sono: il traffico veicolare, il riscaldamento degli edifici, l’inquinamento industriale. È per ognuna di queste cause che gli Enti dovrebbero trovare soluzioni strutturali. Sul traffico veicolare le Istituzioni possono (e devono!) agire con più incisività e coraggio. Occorre cambiare le politiche, passando dalla logica delle strade e autostrade a quella del trasporto pubblico e dei treni. Bisogna puntare in particolare sulle ferrovie, che invece in Lombardia (una delle regioni più ricche d’Europa!) versano in condizioni pietose. Come denunciano quotidianamente i pendolari, Trenord continua ad essere un disastro (nonostante le parole vacue dell’azienda e della Giunta Regionale, che parlano di miglioramento del servizio!), con carrozze fatiscenti, ritardi, soppressioni. Situazione che non invoglia certo i pendolari a lasciare l’auto per il treno".