Como, pioggia e freddo rendono pigre le api: in crisi la produzione di miele

In queste settimane gli apicoltori producono il miele d'acacia, ma gli sbalzi climatici hanno dimezzato la produzione

Fa troppo freddo e le api non escono dall'alveare

Fa troppo freddo e le api non escono dall'alveare

Como, 15 maggio 2018 - Gli sbalzi climatici fanno male alle api e Coldiretti preannuncia un anno difficile per gli apicoltori. La pioggia e il freddo che imperversano in questi giorni su tutto il Lario hanno reso le api particolarmente pigre, così la raccolta di miele d'acacia, uno dei più remunerativi per gli apicoltori, rischia di essere sotto tono. 

In alcune zone delle due province, specie dove l’elevata escursione termica lascia campo all’acuirsi del freddo, si tratta di una nuova ecatombe. Altrove la situazione è a macchia di leopardo “ma si va comunque verso una stagione tutt’altro che felice per la raccolta del miele d’acacia” rimarca il presidente di Coldiretti Como-Lecco Fortunato Trezzi. Ad oggi il calo produttivo medio nell’area lariana è superiore al 50%, in linea con i dati riscontrati a livello regionale. “La sofferenza delle api – precisa Trezzi – è un indicatore dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e, anche nelle nostre province si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Gli effetti del clima aggravano quindi il già pesante deficit registrato nel 2017 nelle province lariane”. Mancano ancora dati effettivi, la smielatura si concluderà tra circa 15 giorni, ma per il miele di acacia il calo di produzione è ormai accertato. Particolarmente critica la situazione in Val d’Intelvi e la Val Cavargna, dove Cesare Bari di San Bartolomeo Val Cavargna, evidenzia con particolare sconforto come “per il raccolto del miele di acacia si vada a sfiorare, anche quest’anno, una perdita pressochè totale”. Anche Sara Ranghetti, dell'Apicoltura EG di Beregazzo con Figliaro stima “una perdita almeno del 70%, senza possibilità di recupero dato che la produzione dell’acacia nelle nostre zone è ormai, di fatto, conclusa”.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità – consiglia l’organizzazione agricola lariana – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm, a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.