Como, il "no" delle Camere Penali alla sospensione della prescrizione

Con una lunga lettera contestano l'emendamento annunciato dal Ministro Bonafede

Il Tribunale di Como

Il Tribunale di Como

Como, 6 novembre 2018 - “Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha preannunciato un emendamento al ddl anticorruzione, che prevede la sospensione sine die della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. L’emendamento è poi stato formalmente presentato da parlamentari del movimento politico di appartenenza del Guardasigilli”. Attraverso una lunga nota, il coordinamento delle Camere Penali del Distretto di Corte d’appello di Milano, esprime dissenso contro il provvedimento e “auspicando che l’emendamento venga ritirato, aderisce allo stato di agitazione indetto dall’Unione delle Camere Penali Italiane”. Le motivazioni spiegano che “Al di là di considerazioni legate alle modalità di questa iniziativa legislativa, il fatto che si intervenga su una materia così delicata con un blitz, inserendo la norma in un provvedimento che ha tutt’altro contenuto, serve ricordare come i tempi di prescrizione siano già stati allungati considerevolmente dal precedente governo, con la sospensione dei termini per 18 mesi dopo la sentenza di primo grado, e di altri 18 mesi dopo la sentenza in appello. La riforma appare inutile, dannosa e anticostituzionale perché renderebbe eterni i processi dopo la sentenza di primo grado, quando è fatto notorio che il 70 per cento dei procedimenti penali finisce in prescrizione al termine delle indagini preliminari”. I rappresentanti della camere Penali, aggiungono inoltre che “La prescrizione è norma di diritto sostanziale e pertanto la sospensione del processo potrà essere applicata solo per i fatti reato commessi dopo l’entrata in vigore della norma e, cioè, nella pratica i primi effetti concreti, con la sospensione del processo dopo la sentenza di primo grado, si avranno in un lasso di tempo compreso fra i 5 e i 10 anni. E’ sicuramente vero che la giustizia, così come sottolinea a più riprese il Ministro, e’ amministrata in nome dei cittadini però gli Avvocati, attori fondamentali del processo posti, tra l’altro, a garanzia e tutela dei diritti fondamentali, hanno il dovere di segnalare che una prescrizione sine die contrasta con i principi della ragionevole durata del processo stabilita dall’art. 111 della Costituzione nell’interesse di tutti i cittadini siano essi imputati o persone offese. Un processo senza fine è anche un processo senza giustizia per le potenziali vittime ed una pena senza fine per i cittadini imputati che, pur presunti innocenti per la nostra costituzione, sarebbero costretti a vivere decenni nell’incertezza sulla propria onorabilità e libertà personale. E’ evidente che questa preannunciata riforma non sia altro che l’ennesimo slogan populista che si limita ad indicare una criticità del sistema senza però esaminarne le cause, le possibili soluzioni e le ripercussioni negative di riforme inopportune che graverebbero su tutti i cittadini. Allo stesso modo in cui si affossa la riforma carceraria senza avere risolto i problemi di sovraffollamento e di contrarietà del trattamento carcerario ai diritti umani, si abroga l’istituto della prescrizione senza aver garantito il principio di ragionevole durata del processo, in nome di una concezione sostanzialmente autoritaria dello Stato e del diritto penale”.