Como, la nuova mafia? E' un service per aziende

Come cambia la criminalità organizzata in Lombardia. Restano droga ed estorsioni le attività prevalenti: ma dalla richiesta di protezione si passa al "lavoro" con le imprese

Una delle udienze del processo sulla presenza della ’ndrangheta a Cantù

Una delle udienze del processo sulla presenza della ’ndrangheta a Cantù

Como - Parlare oggi di ‘ndrangheta nel Comasco, cercare di capire i motivi di una presenza ormai innegabile, radicata e ultimamente capace anche di mutare adeguandosi ai nuovi mercati del lavoro, significa fare un salto indietro nel tempo. Innanzi tutto agli anni Cinquanta, quando decine di provvedimenti di confino avevano mandato al Nord soggetti appartenenti alle associazioni criminali calabresi. Si sperava di spezzare i legami criminali, si è finito per trasferirli in un contesto florido e incapace di difendersi da una cultura criminale all’epoca sconosciuta.

Il secondo passaggio è una data precisa: 15 giugno 1994, quando l’operazione “Fiori della Notte di San Vito”, per la prima volta aveva racchiuso in centinaia di pagine di un’ordinanza di custodia cautelare, i nomi di 370 referenti di quella criminalità che aveva ormai preso spazi e potere, grazie a un’attività basata su traffico di droga, estorsioni, usura, minacce, compravendita di armi e omicidi. Un provvedimento che rimane un punto di riferimento ancora oggi, perché per molti dei soggetti coinvolti già all’epoca, gli anni di carcere sono stati poco più di una pausa. Fastidiosa ma non sufficiente a ridimensionare le posizioni di potere.

Lo hanno dimostrato ampiamente le indagini che si sono avvicendate in questi ultimi anni: Infinito nel 2010, Insubria nel 2014, e ora quest’ultima delle Dda di Milano e Reggio Calabria. Perché i cognomi di chi viene coinvolto con ruoli essenziali o apicali non cambiano. I soggetti aumentano di numero con il coinvolgimento di nuove generazioni che nel 1994 non esistevano, e dieci anni fa erano troppo giovani per sparare nelle vetrine dei negozi o presentarsi agli imprenditori pretendendo contanti. Ma la prepotenza non cambia. Quello che è cambiato in questi anni, sono gli obiettivi.

La stagione degli omicidi tra criminali è cessata da tempo, praticamente spariti gli atti intimidatori plateali, spari o esplosioni di ordigni. La droga rimane una costante, un mercato che non si abbandona e non si cede, perché continua a essere l’attività più redditizia, basata su un mercato sterminato. Anche le estorsioni non sono state accantonate, ma sono profondamente cambiate le modalità. Non più quattro spari alla porta di casa, e la richiesta di protezione qualche giorno dopo. Ora si parla di prestiti di denaro, risoluzione di problemi di varia natura fingendo di andare in soccorso degli imprenditori, infiltrazioni nelle attività, imposizioni di assunzioni.