Como, situazione migranti sempre più insostenibile: Lucini scrive a Renzi e Alfano

“Milano si lamenta perché ha in carico 3.720 migranti e cosa dovrebbe fare Como con una presenza di 800 richiedenti asilo?" La lettera fa riferimento anche al dramma dei minori non accompagnati

Il centro di via Regina Teodolinda

Il centro di via Regina Teodolinda

Como, 30 novembre 2016 – “Milano si lamenta perché ha in carico 3.720 migranti e cosa dovrebbe fare Como con una presenza di 800 richiedenti asilo, più altri 50 ospitati in un CARA e 270 nel centro di prima accoglienza gestito dalla Prefettura? Fatte le debite proporzioni come se nel capoluogo meneghino fossero concentrare 18mila persone in fuga dall’Africa”. 

Si legge anche questo nella lettera che il sindaco Mario Lucini e l’assessore alle Politiche Sociali, Bruno Magatti, hanno scritto oggi al presidente Metteo Renzi e ad Angelino Alfano, esasperati dal continuo arrivo di migranti che si affollano in città. 

“Città e territorio hanno saturato la capacità di risposta  sottolinea Magatti - E’ stata data una grande risposta da parte di tutti ma oltre una certa misura non possiamo andare. Non possiamo rischiare di innescare un conflitto sociale. In questi anni anche il nostro territorio ha visto crescere le difficoltà e le domande di aiuto sono continue”. Vera e propria emergenza nell’emergenza quella dei minori non accompagnati:  ben 551 quelli in carico al servizio “Tutela minori” e di questi 55 sono affidati a comunità. 

In particolare nella lettera viene segnalato il problema dei minori stranieri non accompagnati: sono 123 quelli affidati al Comune di Como e 270 quelli ospitati nel Centro della Prefettura. “La nostra città collocata all’estremo confine settentrionale del Paese, non è un luogo di sbarco - scrivono Lucini e Magatti – Ne consegue che, per la stragrande maggioranza, coloro che qui convergono dovrebbero essere già foto-segnalati. Dobbiamo ritenere che ciò sia particolarmente vero per i minori stranieri non accompagnati, i quali dovrebbero essere già stati affidati, anche solo temporaneamente a qualche struttura: se così non fosse occorrerebbe domandarsi che cosa non funziona in qualche hotspot. Certamente non si può pensare che le eventuali inefficienze del sistema siano “pagate” dal territorio comasco”. E ancora “Se è vero, come a noi pare, che un territorio, nella fattispecie della città di Como, si rivela particolarmente attrattivo… occorre allora sostenere in modo più efficace le politiche di distribuzione sul territorio nazionale (ed europeo) così che esse non vengano poi continuamente rese vane dalle scelte degli stessi interessati”.

E infine: “E’ assolutamente necessario ed urgente sostenere il lavoro della Questura di Como”. “Como - conclude Magatti - è parte di un sistema complesso e se il sistema non funziona non può essere la nostra città a risolvere ed affrontare da sola il problema”.