Como, mai più baby gang: istituito un tavolo per affrontale il disagio giovanile

Palazzo Cernezzi in prima linea per la tutela dei ragazzi

Grazie alle indagini delle forze dell'ordine la banda è stata sgominata

Grazie alle indagini delle forze dell'ordine la banda è stata sgominata

Como, 6 febbraio 2019 - Palazzo Cernezzi ha attivato un tavolo per affrontare il problema del disagio giovanile, dopo l'emergenza legata all'arresto di 17 minorenni appartenenti a una baby gang che da mesi imperversava in città. La prima riunione si è svolta alla presenza del vicesindaco, Alessandra Locatelli, e dell'assessore alla Scuola, Angela Corengia

Hanno partecipato il dirigente dei Servizi sociali Giuseppe Ragadali, due assistenti sociali dell'Equipe Minori, il dirigente delle Politiche educative istruzione e delle politiche giovanili Giovanni Fazio, la dottoressa Gravili referente per il settore, la coordinatrice territoriale della Cooperativa Lotta Contro l'Emarginazione Elisa Roncoroni, la referente del progetto Contatto Elena Zulli, il coordinatore della cooperativa Mondovisione Marco de Marco che gestisce il CAG Comunale Oasi, e l'operatrice Cinzia Storiale. L'incontro ha avuto lo scopo di incrociare le politiche sociali-emergenziali con quelle educativo-preventive, in modo da migliorare la comunicazioni tra i due ambiti di intervento, potenziare le azioni e mirare le possibili risposte per una presa in carico più efficace dei casi di disagio giovanile. I partecipanti hanno espresso la volontà di rendere permanente il tavolo di confronto, in modo da poter avere a disposizione un luogo per scambiarsi esperienze e idee in modo più costante. È stata fissata la prossima riunione del tavolo per il 4 marzo e, in quella occasione, verrà esteso l'invito anche ad altri soggetti. "Si ringraziano le forze dell'ordine, la polizia locale e il magistrato che ha disposto l'operazione che ha consentito l'arresto dei minorenni - spiega la vicesindaco, Alessandra Locatelli - I ragazzi inizieranno un lungo e complesso percorso di recupero al termine del quale dovranno far ritorno alla vita pubblica. E' indispensabile dunque unire le forze di tutti per preparare un contesto sociale più tutelante perché il ritorno dei ragazzi avvenga con maggior attenzione, e lavorare in sinergia per osservare, ascoltare, monitorare tutti gli altri giovani e giovanissimi che potrebbero incorrere negli stessi rischi di devianza".