Como non ama la bici: a rischio anche l'ultima ciclabile

L’ultima occasione di costruirne una, tra l’altro praticamente a costo zero visto rischia di sfumare a causa di un errore procedurale

Ciclabile

Ciclabile

Como, 9 dicembre 2018 - Non è una città per ciclisti Como, almeno a giudicare dalla difficoltà con cui si realizzano le piste ciclabili presenti con il contagocce sul territorio urbano. L’ultima occasione di costruirne una, tra l’altro praticamente a costo zero visto a metterci i soldi sarebbero stati Regione e UE con un maxi finanziamento da 2 milioni e 714mila euro, rischia di sfumare dopo essere stata approvata a causa di un errore procedurale degli uffici di Palazzo Cernezzi. Una storia kafkiana iniziata quando alla guida del Comune c’erano ancora Mario Lucini e l’allora assessore alla Mobilità, Daniela Gerosa. Erano stati loro a mettere a segno il colpo della cosiddetta «Via dei Pellegrini», una dorsale urbana tutta da percorrere in bicicletta che dal lungolago pedalata dopo pedalata avrebbe portato fino a Camerlata, senza correre il rischio di essere investiti dalle auto.

Un progetto cofinanziato dall’Unione Europea perché la ciclabile di Como sarebbe inserita all’interno di un sistema ben più vasto di percorsi riservati alle due ruote con partenza addirittura dalla Svizzera. Naturalmente c’era anche l’altro lato della medaglia: per far posto alla ciclabile lungo alcune strade sarebbero spariti i parcheggi per le auto: in particolare lungo viale Masia e via Mentana. E proprio l’affaire parcheggi che non imbarazzava per niente la Giunta Lucini, che aveva già affrontato gli strali di residenti e associazioni di categoria quando decise di ampliare l’area Ztl, è stato dirompente quando alla guida del Comune è arrivato Mario Landriscina.

Nei mesi scorsi Confesercenti ha avuto buon gioco a chiedere lo stop del progetto sostenendo che togliere i parcheggi da via Mentana significava «ammazzare il Mercato coperto». Il Comune ha cercato di spiegare che i 93 posti persi lungo le vie Mentana, Magenta, Anzani e Leoni sarebbero stati recuperati in aree adiacenti. Ma l’intera pista ciclabile si è bloccata e dei cinque lotti previsti dal progetto neppure un metro è stato costruito. Come se non bastasse, per un errore di procedura è stato necessario annullare la gara d’appalto che era già stata fatta a dicembre dello scorso anno, con il risultato ora si dovrà ripartire da zero e correre a più non posso per finire i lavori entro il 2020, data limite per non perdere i finanziamenti assegnati.