Como, centro migranti: "Chiuso a fine anno"

Il Viminale: non sarà rinnovata la convenzione per i servizi al centro migranti

Il centro migranti di Como

Il centro migranti di Como

Como, 13 settembre 2018 - Chiuderà entro fine anno il centro migranti di via Regina Teodolinda. A darne comunicazione ufficiale il Viminale, che ieri pomeriggio ha diffuso una nota in cui annunciava la volontà di «non rinnovare il contratto di gestione dei servizi in scadenza il prossimo 31 dicembre, tenuto conto che non sussistono più le esigenze di interesse pubblico al mantenimento della struttura essendo fortemente diminuito il numero degli sbarchi e ridotto il numero di respingimenti dalla Svizzera». I prossimi passi saranno l’attivazione di un percorso «condiviso con gli enti istituzionali per la progressiva dismissione del centro».

La decisione è stata presa al termine di un vertice che si è svolto ieri a Roma tra il sottosegretario al ministero degli Interni Nicola Molteni, il capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, il prefetto di Como Ignazio Coccia, il sindaco Mario Landriscina e la vicesindaco Alessandra Locatelli. La notizia, ora ufficiale, circolava come indiscrezione da martedì, quando una settantina di profughi sono stati spostati da via Regina Teodolinda a due Cas di Torino e Bologna. Adesso nel centro rimangono una novantina di persone, ma il loro numero è destinato a diminuire da qui alle prossime settimane.

Una decisione destinata a scatenare molte polemiche in città, soprattutto da parte delle associazioni del terzo settore che in questi due anni si erano prodigate per l’accoglienza, completamente escluse dalla decisione. «Non comprendiamo le ragioni per cui le istituzioni, con le quali la nostra associazione e la Caritas da anni collaborano per realizzare accoglienza e integrazione nel nostro territorio, abbiano deciso di muoversi senza stabilire un confronto con le realtà coinvolte nella gestione e nel buon funzionamento del campo – si lamentano le Acli –. L’impegno profuso per accompagnare queste persone nel loro progetto migratorio, per integrarle nella realtà comasca, le relazioni e le amicizie create sono stati spezzati. Ci domandiamo quale sia il senso di tutto ciò».

Molto critico il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo, che si interroga sugli esiti futuri di questa decisione. «Quando si presenteranno nuovi migranti a Como, anche solo quelli colpiti da respingimenti in Svizzera, si pensa davvero che basteranno le sole risorse umane e materiali della Prefettura o del Comune? O l’obiettivo è confinarli nei grandi centri come quelli di Bologna e Torino? C’è chi lo auspica, è vero. Ma è una politica miope».