Cavargna, operaio fantasma muore in un cantiere: c'è una svolta

Deceduto nel cantiere e "scaricato" da tutti: sono tre le aziende sotto la lente

Il cantiere si trovava in quota

Il cantiere si trovava in quota

Cavargna (Como), 28 giugno 2019 - Qualcosa  si muove nelle indagini per la morte di Zyber Curri, operaio edile kosovaro di 48 anni, residente a Edolo (Brescia) che oltre sei mesi fa, il 12 dicembre del 2018, ha lasciato una moglie e quattro figli, scomparso in un terribile incidente sul lavoro ancora senza risposte nel cantiere di una centrale idroelettrica in Val Cavargna. L’operaio stava posando tubature in località Mondrago, quando, probabilmente a causa del ghiaccio è scivolato per diversi metri lungo un dirupo, battendo più volte la testa contro le pietre. Da dicembre, però, non si è riusciti ad accertare per chi lavorasse Zyber in quel cantiere. L’operaio 48enne in passato aveva lavorato come dipendente dell’impresa individuale di un amico e connazionale, la Edil Albini. Quando quest’ultimo aveva cessato l’attività, Zyber era stato formalmente assunto da un’azienda con sede a Gallarate, in provincia di Varese, la Hera Srl.

Zyber e l’amico lavoravano insieme nel cantiere in Val Cavargna. I lavori vedono come committente la Spa “Energia e Ambiente”, con sede a Sondrio, che aveva a sua volta subappaltato l’intervento ad altre ditte, tutte valtellinesi, tra cui figurano la Costruzioni Andreoli e la Edilnova Srl. Anche la società che coordina la sicurezza, la Graneroli e Salvetti Engineering, è di Sondrio. Non figura, però, tra le ditte impegnate nel cantiere, proprio la Hera Srl, di cui il 48enne risultava dipendente, e tutte le aziende valtellinesi, alle richieste degli avvocati del sindacato Fillea Cgil Lombardia, che sta appoggiando in tutto e per tutto i familiari della vittima, hanno risposto più o meno allo stesso modo: «Nel cantiere tutto si svolge secondo le regole, Zyber Curri non lavorava per noi, era sconosciuto al cantiere». Insomma, un fantasma, che però si trovava nel cantiere ed è morto lavorando. Ma per chi? È quello che stanno cercando di scoprire gli inquirenti. Ed è di ieri la notizia che fa ben sperare in una risoluzione dell’intricato caso: la Procura di Como ha aperto un procedimento penale nei confronti del legale rappresentante della Hera Srl, formale datrice di lavoro della vittima, del coordinatore della sicurezza e dei legali rappresentanti della Edilnova Srl.