Casinò, ora spunta la maxi-parcella

Migration

La predisposizione della proposta di concordato da presentare al Tribunale Fallimentare di Como entro il 19 aprile, costerà 730mila euro. E’ infatti questa la cifra indicata nell’istanza depositata al Tribunale Fallimentare di Como, dalla rappresentanza legale della società di gestione del Casinò di Campione, che ha tempo fino al 19 aprile per redigere il piano. Ai giudici viene chiesta l’autorizzazione all’utilizzo di quel capitale, ma la valutazione sarà solo un passaggio formale: se da un lato i giudici dovranno valutare la congruità di tale richiesta, dall’altro si tratta di spese di ordinaria amministrazione, rispetto alle quali il Tribunale può solo limitarsi a prendere atto. Del resto per questi incarichi, il calcolo della spettanza è generalmente proporzionale all’entità del fallimento e regolato da specifiche tabelle: in questo caso, il debito accumulato fino al 2018, era stato quantificato in 130 milioni. Il capitale che dovrà essere utilizzato per l’incarico – affidato agli studi legali Ranalli di Torino e Dla Piper di Milano - dovrà essere detratto dalla disponibilità della società, circa 5 milioni di euro che erano stati trovati nella cassaforte e sui conti correnti. Il preventivo esclude le spese legali e le parcelle degli altri avvocati che stanno seguendo il percorso fallimentare – Marco Luigi di Tolle, Jacques Chiovini e Claudio Ghislanzoni – oltre all’attestatore, Alberto Tron. Dalle periodiche relazioni informative, che la società ha l’obbligo di depositare ai giudici del Collegio Fallimentare – Ambrogio Ceron, Marco Mancini e Annamaria Gigli – emergono ulteriori criticità.

Viene infatti segnalata la difficoltà a trovare un istituto di credito disposto ad aprire un conto sul quale depositare le somme di denaro che ora si trovano su quello a suo tempo aperto dalla procedura fallimentare, dopo il passo indietro fatto dagli istituti interpellati finora. Inoltre, la mancanza di una disponibilità finanziaria, secondo gli amministratori comporterà un aumento della situazione debitoria della società, che non è in grado di far fronte alle spese correnti, e di affidare gli incarichi che ritiene più urgenti, come la vigilanza. L’attesa è ora per i contenuti di quel fondamentale documento che dovrà essere presentato entro il 19 aprile, e che sarà discusso nell’udienza del 3 maggio. Ma oltre al risanamento del passivo, dovranno essere considerati anche i costi di ripartenza del Casinò che, secondo il commissario ministeriale appositamente incaricato nel 2019, si aggirano attorno ai 50 milioni di euro. Paola Pioppi