Campione d'Italia, cittadini in campo contro la crisi

Nasce il Comitato Civico: difendiamo la nostra comunità

Manifestazione a Campione

Manifestazione a Campione

Campione d'Italia (Como), 19 dicembre 2018 - Una crisi che ha riacceso il senso di comunità quella che l’estate scorsa ha investito Campione d’Italia, da luglio senza più casinò, chiuso per decreto del Tribunale Fallimentare di Como e ancor prima con il Comune costretto a dichiarare default per i troppi debiti. Da allora, di fronte ai problemi la piccola comunità italiana in terra Svizzera anziché dividersi si è unita, determinata a far fronte comune per non farsi spazzare via. Dopo la mobilitazione dei lavoratori del casinò, che da cinque mesi vigilano in presidio permanente in una tensostruttura allestita in piazza Maestri Campionesi, adesso in paese si è costituito anche un Comitato Civico composto da professionisti che vogliono dare il loro contributo per risolvere i tanti problemi dell’ex clave.

«La nostra piccola comunità ha moltissime peculiarità che meritano di essere tutelate anche in futuro- spiega Alessandra Bernasconi, ex dipendente del Casinò che è la portavoce del gruppo - Per questo vogliamo mettere le nostre competenze a disposizione per contribuire a far ripartire al più presto Campione». E nell’attesa che da Roma il premier Giuseppe Conte nomini il commissario straordinario, il Comitato Civico che si è costituito appena da un paio di settimane ha già dispensato la sua consulenza al commissario Giorgio Zanzi che voleva chiudere l’ufficio postale del paese. «Gli abbiamo chiesto di pensarci bene prima di sopprimerlo -  spiegano i membri del comitato presieduto dal commercialista Roberto Canesi - È vero che a mandare avanti l’ufficio sono dieci dipendenti comunali, ma grazie a loro Campione può godere di un codice postale svizzero (6911) con la possibilità di garantire direttamente il servizio di corrispondenza da e per la Svizzera, con un regime tariffario interno e con la possibilità di effettuare i pagamenti in franchi. Nel 2017 da qui sono partite 3.610 raccomandate, 3.471 pacchi, 150mila lettere e si sono movimentati bollettini per conto della Posta Svizzera per oltre 5 milioni di euro».

Riaffidare il servizio a Poste Italiane significherebbe rinunciare al rapporto paritario conquistato con le poste elvetiche con il risultato che una lettera, imbucata in paese e diretta a Lugano dall’altra parte del lago, dovrebbe tornare in Italia per finire a Milano-Roserio e da lì essere smistata. Solo un esempio delle tante peculiarità di Campione di cui solo i residenti sono depositari.