Comune-Casinò di Campione d'Italia: l’invito è alla pace

Il Tribunale auspica una normalizzazione dei rapporti

Casinò di Campione d'Italia

Casinò di Campione d'Italia

Campione d'Italia -  «L’auspicio del Tribunale è che si giunga a una normalizzazione dei rapporti tra Comune e Casinò, riconducendoli a una logica che possa garantire, diversamente dal passato e da quanto sinora accaduto, il pieno rispetto dei diversi ruoli e responsabilità, senza abusive o illecite interferenze del socio nell’attività gestionale".

La considerazione dei giudici del Tribunale Fallimentare di Como, si legge nel decreto di omologa della procedura del concordato preventivo del Casinò di Campione. Dall’analisi della situazione contabile svolta dai commissari giudiziali, "emergono elementi che lasciano ritenere che la società sia in grado di far fronte ai pagamenti previsti nel piano alle scadenze stabilite", sottolinea il provvedimento. Un accrescimento che deriva non solo dalla liquidità del Casinò, giunta a 15,4 milioni di euro a fine ottobre, ma anche dei ricavi da gioco realizzati dalla riapertura fino al 7 novembre, pari a 33,2 milioni di euro, con "ragionevoli previsioni a fine anno 2022 di superamento dell’obiettivo previsto nel piano, che era di 36,5 milioni di euro". Anche la forte riduzione dei costi del personale, riducendo il numero dei dipendenti, ha contribuito al risultato: 174 nel 2022, che potrebbero diventare 274 previsti nel 2027.

«Tali risultati, indubbiamente positivi – aggiungono i giudici Paola Parlati, Marco Mancini e Giorgio Previte - vanno tuttavia interpretati con la dovuta prudenza, attese le variabili tra cui la definizione dei rapporti tra Comune e Casinò, con l’introduzione di meccanismi per garantire una corretta conduzione del ruolo di azionista da parte del Comune, per limitare gli interventi nell’ambito operativo e organizzativo della società". A questo si aggiunge la necessità di implementare una serie di attività previste dal piano, come poker competitivo, gioco online, galleria commerciale, nuova sala fumo. Ma in ogni caso, il fallimento della casa da gioco "costituirebbe un’alternativa rovinosa per l’interesse del ceto creditorio, se non altro perché la conseguente liquidazione giudiziale comporterebbe la cessione delle singole attività aziendali e non dell’azienda nel suo complesso, con conseguenti minori ricavi". La società, ricorda il provvedimento, è tenuta a presentare ai commissari giudiziali la rendicontazione semestrale dell’attività, dei ricavi, di tutti i pagamenti effettuati e delle disponibilità liquide, e informare preventivamente anche per il conferimento di incarichi professionali che comportano compensi superiori a 20mila euro.