Campione, il casinò chiede tempo per poter rinascere

L'Amministrazione: "La società che gestisce la casa da gioco è in grado di generare utile se messa in condizione di ripartire"

Il casinò di Campione

Il casinò di Campione

Campione d’Italia (Como), 20 gennaio 2021 – Una richiesta di proroga di almeno 90 giorni: anziché il piano di risanamento del casinò, sul tavolo dei giudici del tribunale fallimentare di Como, è giunta una richiesta di remissione in termini. I tempi concessi per il deposito scadevano alla mezzanotte di martedì, in vista dell’udienza del 1° febbraio. Ma la società di gestione della casa da gioco, ha chiesto nuovamente tempo, invocando tre differenti criteri, dettagliati ieri dall’Amministrazione comunale di Campione. “La società e i consulenti nominati – premettono - hanno lavorato alacremente, ma occorre assolutamente più tempo. II termine di quindici giorni pur apprezzabilmente concesso dal Tribunale per l'aggiornamento dell'accordo di ristrutturazione, ormai del tutto superato in quanto realizzato oltre due anni e mezzo fa prima della dichiarazione di fallimento, è risultato troppo breve per consentire tale attività”.

A questo si aggiungono aspetti strettamente pratici della gestione: “La società – spiegano - ha avuto modo di tornare nella disponibilità dell'immobile che ospitava il Casino dopo quattro giorni l'avvio del predetto termine, e ancora oggi non é potuta entrare nel possesso di tutti i beni di sua proprietà per problemi burocratici relativi alla trascrizione della sentenza che disponeva l'annullamento della dichiarazione di fallimento”. Tuttavia le attività necessarie alla redazione del piano concordatario aggiornato sono state avviate subito, con un risultato ritenuto importante: “Le prime rilevazioni effettuate, pur necessitando di approfondimenti, evidenziano la sostenibilità del progetto di risanamento della società con la ripresa dei flussi finanziari a favore del Comune di Campione e l'assolvimento in termini apprezzabili dell'indebitamento pregresso nei confronti di tutti i creditori”. Assolvimento che tuttavia “risulta di entità ben più elevata rispetto a quanto ottenibile dal fallimento della Casa da Gioco e con la definitiva cessazione della sua esistenza”.

La società, garantisce l’Amministrazione, è infatti in grado di generare notevoli utilità economiche se messa in condizione di riattivare la propria attività garantendo un'idonea occupazione locale. Indicative in tal senso sono state le numerose proposte giunte da parte di istituti di credito e soggetti di fama nazionale e internazionale specializzati nel settore dei giochi e scommesse disponibili ad affiancare e finanziare con risorse economiche estremamente rilevanti la società, nel rispetto delle previsioni di legge, per l’esecuzione del piano concordatario che consentirebbe la ripartenza del Casino”.