Casinò di Campione, altra tegola: ultimatum di 60 giorni dalla Corte dei Conti

"Persistente crisi di liquidità con il reiterato ricorso all’anticipazione di tesoreria"

Il Casinò Campione d'Italia

Il Casinò Campione d'Italia

Como, 11 aprile 2017 - Nuova tegola a Campione d’Italia questa volta non per mezzo della Procura di Como, ma della Corte dei Conti che ha chiesto al Comune di ripristinare l’equilibrio finanziario entro un termine di appena sessanta giorni. La suprema corte contabile ha esaminato il rendiconto del Comune dell’esercizio 2016, accertando «la sussistenza nella gestione del Comune di Campione d’Italia» di profili di criticità «che ne hanno determinato lo squilibrio finanziario». In dettaglio: «la mancata riscossione delle entrate accertate nei confronti della Società Casinò di Campione Spa, con coseguente accumulo di residui attivi di dubbia esigibilità per ingente ammontare, in assenza di qualsiasi accantonamento a fondo svalutazione crediti».

A questo va aggiunta «la persistente crisi di liquidità con il reiterato ricorso all’anticipazione di tesoreria, usufruita senza soluzioni di continuità dall’esercizio 2014 per l’importo massimo concedibili» e «l’incapacità di provvedere al pagamento degli impegni di spesa, con conseguente accumulo di residui passivi di parte corrente a fronte di debiti liquidi ed esigibili per oltre 24 milioni di franchi alla chiusura dell’esercizio 2017». In particolare la crisi di liquidità sarebbe dovuta alla mancata riscossione delle somme accertate verso la Società Casinò di Campione Spa, «la mancata riscossione delle entrate accertate nei confronti della Società Casinò di Campione Spa – precisa la Corte - conseguente accumulo di residui attivi che, per i soli esercizi 2016 e 2017, ammontano complessivamente a 24.819.269 franchi». Un debito da 21 milioni di euro con la Società Casinò di Campione Spa, costituita in data 31 luglio 2014, è subentrata alla preesistente Società Casinò municipale di Campione d’Italia che vede proprio il Comune di Campione in veste di socio unico.

«Anche la nuova Società - segnala la Corte - è tenuta ad adottare la contabilità in euro, circostanza che espone i rapporti finanziari con il Comune il quale, al contrario, redige il bilancio in franchi, all’incertezza derivante dalle fluttuazioni del cambio monetario», proprio la svalutazione dell’euro «per aver sensibilmente ridimensionato il valore delle entrate dalla Casa da gioco». Alla chiusura dell’esercizio finanziario 2017, il Comune «ha conservato nel conto del bilancio residui attivi del titolo I per 27.071.395 franchi», la totalità di questi «24.819.269 franchi, derivano da entrate accertate negli esercizi 2016 e 2017 e non interamente riscosse nei confronti della società Casinò di Campione Spa».