Carcasse di pecora, allevatori protestano

A Bellinzona, nel Canton Ticino, i resti degli animali sono stati portati di fronte al Palazzo del Governo

Gli allevatori sono ai ferri corti con il lupo non solo in Italia. Ieri mattina a Bellinzona in Canton Ticino di fronte al Palazzo del Governo sono state portate delle carcasse di pecore e agnelli sbranati sulle montagne negli ultimi giorno. Pensare che il Consiglio di Stato della Svizzera Italiana aveva autorizzato l’abbattimento di un lupo in Val Rovana, assegnando l’esecuzione entro i prossimi 60 giorni da parte dei guardacaccia pagati dal Cantone. "I grandi predatori - spiega il Consiglio di Stato - sono protetti e quindi non cacciabili. Tuttavia, il diritto federale autorizza l’uccisione di singoli esemplari che causano danni rilevanti agli animali da reddito".

Dopo le ultime incursioni del lupo famelico però contadini e allevatori sono scesi sul sentiero di guerra, in particolare dopo gli attacchi in Val Rovana, e a Novazzano. La Confederazione Elvetica ha deciso di stanziare, per la stagione alpestre 2022, fondi supplementari per un totale di 5,7 milioni di franchi allo scopo di rafforzare la protezione del bestiame. Nel concreto, fra le misure definite insieme ai Cantoni e ai rappresentanti delle aziende agricole, ci sono il cofinanziamento di personale ausiliario o la promozione di alloggi mobili sugli alpeggi isolati. Da alcuni anni le popolazioni di lupo e la loro diffusione sono in continua crescita: attualmente si contano 150 esemplari e almeno 15 branchi, sparsi su tutto il territorio nazionale, con una forte concentrazione nel Cantone Grigioni, al confine con la provincia di Sondrio, con otto branchi, e di conseguenza le predazioni agli animali da reddito, più frequenti nel periodo estivo, provocano un aumento dei danni per gli allevatori. R.C.