Canzo, morto sul lavoro: in aula il racconto del figlio che vide il crollo

"Ho visto il ponteggio cadere e ho gridato a papà di scappare. Solo quando sono arrivati i soccorsi siamo riusciti a spostarlo. Papà era steso a terra, è rimasto lì"

Il luogo dove si verificò l'incidente

Il luogo dove si verificò l'incidente

Canzo (Como), 25 aprile 2019 -  «Ero sul tetto del silos a ritirare gli attrezzi. Ho sentito un rumore strano, mi sono voltato e ho visto il ponteggio cadere: ho gridato a papà di scappare. Lui si è voltato un attimo, poi tutto gli è caduto addosso». Marco Paredi, durante il processo che si è svolto ieri, ha raccontato quegli attimi in cui il 19 settembre 2016 ha visto morire suo padre, Giovanni, fabbro di 69 anni, con cui stava lavorando. «Abbiamo cercato di sollevare il ponteggio – ha proseguito – ma era troppo pesante. Solo quando sono arrivati i soccorsi siamo riusciti a spostarlo. Papà era steso a terra, è rimasto lì».

Una scena che gli è rimasta negli occhi, e che ancora oggi gli ritorna «in modo assillante». Per quella tragedia, sono a processo L.S., 52 anni di Canzo, presidente del consiglio di amministrazione della Mgv marmi Valbrona di Canzo, al cui interno è avvenuto l’infortunio, e F.N.a, 48 anni di Castelmarte, amministratore con delega in materia di sicurezza della Edilnava di Castelmarte, la società incaricata del montaggio dei ponteggi. «Avevamo fatto il sopralluogo la settimana prima con Giovanni Paredi – ha raccontato L.S. - Avevo la necessità di svuotare il silos dal residuo delle lavorazioni.

Quando fu montato il ponteggio ho chiamato Paredi per mostrarglielo, e mi aveva detto che andava bene. Sapevo che aveva esperienza, mi sono fidato di lui. Quando hanno tagliato la parte bassa silos e il fango ha iniziato a uscire. Ad un certo punto, io ero voltato, ho sentito il figlio gridare, e quando mi sono girato il ponteggio lo aveva già travolto». .F.N. ha invece spiegato come fosse stato predisposto quel ponteggio: «Avevo previsto cinque punti di ancoraggio: solitamente ne bastano due, ma volevo essere sicuro. Il ponteggio era in sicurezza. I tagli alle lamiere hanno danneggiato l’ancoraggio, non mi hanno interpellato prima di intervenire». Il processo prosegue a settembre.