Cantù, il sindaco Arosio dopo la decisione del Tar: "Vivo un giallo"

Il primo cittadino commenta la decisione dei giudici sul caso dell'incompatibilità

Edgardo Arosio

Edgardo Arosio

Cantù (Como), 11 febbraio 2018 - «È una sentenza che arrivata con una tempistica degna di un giallo di Agatha Christie, in un giorno importante per tutta la nostra comunità in cui ero concentrato per la consegna delle benemerenze». A ventiquattrore dalla notizia che il Tar ha annullato il provvedimento in autotutela con cui il Comune cancellava l’appalto del Consorzio pompe funebri Zanfrini, di fatto riaprendo il caso della sua incompatibilità, il sindaco Edgardo Arosio non rinuncia a una nota di buonumore, anche se l’amarezza è tanta. «Il Tar ha dato il proprio parere, ci sono anche altre situazioni che ci riserviamo di affrontare – prosegue - C’è rammarico, ma è un sentimento che ci sta. Questo è il primo round, ma vogliamo anche capire quali elementi non sono stati presi in considerazione e andranno argomentati meglio in seguito. Un approfondimento che il nostro avvocato farà già nei prossimi giorni».

Praticamente certo il ricorso al Consiglio di Stato con istanza di sospendere la sentenza del Tar così da bloccare, almeno per ora, l’iter che porterebbe alla decadenza del primo cittadino. «Il Comune valuterà ogni azione di tipo amministrativo, nel rispetto della volontà elettorale. La tutela della figura del sindaco credo che sia importante, ma più importante credo che sia la volontà dei cittadini. Atteso quello che è stato stabilito in prima istanza vorrei andare in fondo a questa vicenda. Ci sono diversi gradi di giudizio, ritengo percorribile ogni strada.

Sono convinto che qualche elemento di valutazione diversa possa essere fatto». Una sentenza dura quella del Tar di Milano che ha bollato l’attività istruttoria del Comune come «superficiale e lacunosa» arrivando alla conclusione che «non risultano minimamente provate le ragioni di pubblico interesse» arrivando a lamentarsi per «lo sviamento di potere in cui è incorsa l’amministrazione e la palese violazione delle garanzie di partecipazione». In conclusione per il Tar «la questione relativa alla figura del sindaco non è stata mera occasione del provvedimento di autotutela, semmai quest’ultimo è stato la vera causa nella necessità di rimuovere la situazione di incompatibilità». Di parere opposto il sindaco. «L’impressione è la sentenza non tenga conto in maniera adeguata del nuovo Codice degli Appalti e della necessità della rotazione, tutti quegli elementi che abbiamo inserito tra gli argomenti a difesa dell’operato del Comune Con molta serenità si affronta questa situazione, cercando di comprendere quali sono i termini».