Cantù, interrogato per l'omicidio del nonno: "Ho fatto una sciocchezza"

L'omicidio di Giovanni Volpe, Luca avrebbe fatto alcune ammissioni. L'ha ucciso al termine dell'ennesima lite

I carabinieri fuori dall'abitazione

I carabinieri fuori dall'abitazione

Cantù (Como), 20 marzo 2018 - «Ho commesso una sciocchezza». Ieri mattina Luca Volpe, interrogato in carcere, avrebbe fatto alcune ammissioni, prima che il gip di Como Maria Luisa Lo Gatto convalidasse il suo fermo, seguito dall’ordinanza di custodia cautelare. Il ventiseienne si trova al Bassone dall’alba di sabato, dopo essere stato arrestato con l’accusa di aver ucciso il nonno, Giovanni Volpe, pensionato di 78 anni con cui conviveva da sempre in una palazzina di via Monte Palanzone 13, a Vighizzolo di Cantù, dove è avvenuto il delitto. Sul corpo dell’uomo, trovato ormai senza vita verso le 21.30 di venerdì sera dal figlio, erano visibili almeno tre coltellate, ma le cause esatte della morte non sono ancora state stabilite, in attesa dell’esito dell’autopsia, disposta ieri dal sostituto procuratore Simona De Salvo, titolare delle indagini svolte dai carabinieri di Cantù.

Forse già oggi potrebbe essere chiarito questo aspetto, mentre i militari hanno man mano, nelle ultime ore, ricostruito sostanzialmente la dinamica di quanto accaduto. L’aggressione sarebbe avvenuta al termine di una lite tra i due nel tardo pomeriggio, come confermato ieri al giudice anche dallo stesso Luca Volpe, che ha reso alcune dichiarazioni, assistito dall’avvocato milanese Andrea Bertucci. Il movente sarebbe legato a motivi non meglio specificati, probabilmente che si trascinavano da tempo. Nel 2014 il giovane era stato assolto dall’accusa di maltrattamenti verso il nonno, scaturiti da una denuncia della vittima: il ragazzo era stato raggiunto da una misura di allontanamento dall’abitazione, poi venuta meno per la decisione di Giovanni Volpe di ritrattare.

Le accuse parlavano di sfoghi di violenza e minacce continue, al punto che l’uomo, secondo quanto dichiarato all’epoca, si chiudeva in camera per paura di ritorsioni. Successivamente, il 20 dicembre 2016 è stato condannato con rito abbreviato a 5 anni e 4 mesi di reclusione, in primo grado, per violenza sessuale e lesioni nei confronti di una donna, oltre che di evasione per essersi allontanato dagli arresti domiciliari. Nonostante tutto, il nonno lo ha sempre tenuto a vivere con lui, al di là dei rapporti tesi, e delle carcerazioni alternate ad arresti domiciliari. Le motivazioni di quel gesto violento, commesso utilizzando un coltello da cucina, molto probabilmente devono essere cercate in questo rapporto non facile che da tempo governava nonno e nipote, soprattutto dopo la morte della madre di Luca, unica sua famiglia, con un padre mai conosciuto. In casa i carabinieri hanno trovato tracce di stupefacente, ora finito repertato assieme agli abiti sporchi di sangue che aveva ancora addosso a notte fonda, quando è stato trovato in un motel di Novedrate assieme a due prostitute. Paola Pioppi