La crisi di Campione, l'ex sindaco avvelena il clima

Marita Piccaluga con un decreto ingiuntivo ha preteso la sua indennità di fine mandato

L'ex sindaco Marita Piccaluga

L'ex sindaco Marita Piccaluga

Campione d'Italia (Como), 27 febbraio 2018 - Ad avvelenare ancor di più, se possibile, il clima già teso a Campione d’Italia ci ha pensato la richiesta dell’ex sindaco Marita Piccaluga che con un decreto ingiuntivo ha preteso la sua indennità di fine mandato. Si tratta di una cifra tutto sommato modesta, 12 mila euro pari una mensilità accantonata per ogni anno di amministrazione, la liquidazione del suo periodo da sindaco che però arriva nel momento forse più inopportuno per i conti dell’ex clave alle prese con tagli non più prorogabili su Casinò e Comune.

«Riteniamo inopportuna l’ingiunzione di pagamento al Comune da parte dell’ex sindaco, in quanto le grosse difficoltà che il comune di Campione, gli anziani, i cittadini, i lavoratori e le lavoratrici stanno vivendo, sono anche responsabilità della vecchia amministrazione, oltre che di quella prima che è anche l’attuale – denuncia Nicola Ranieri, sindacalista della Fisascat Cisl - Nessuno dei politici di questo comune, che per molti anni hanno chiuso gli occhi dinanzi a macroscopici problemi, si può ritenere esente da responsabilità. La gente è stufa degli scarica barili e oggi per di più non servono a nulla, se si vuole salvare il paese e l’intero sistema occorre che ognuno faccia la propria parte nell’interesse della comunità».

Sorpreso anche l’attuale primo cittadino, Roberto Salmoiraghi, che giudica sacrosanta l’indennità, ma «brutto» il gesto di richiederla attraverso un decreto ingiuntivo, specie in un momento così delicato per i conti dell’ex clave. Intanto proseguono gli incontri tra amministratore unico e parti sociali per cercare di scongiurare gli annunciati licenziamenti collettivi, ben 156 lavoratori su 492 che potrebbero rimanere disoccupati. Una corsa contro il tempo anche perché occorrerà arrivare con i conti in regola all’appuntamento del prossimo 12 marzo, di fronte al giudice del Tribunale Fallimentare di Como che dovrà decidere se la casa da gioco ha ancora i conti in regola per andare avanti.