Caos Campione d'Italia: così si salvano gli ex sindaci

La legge è cambiata, alcuni reati sono prescritti e le intercettazioni non si possono utilizzare

Il Casinò di Campione

Il Casinò di Campione

Campione d'Italia -  La legge è cambiata , alcuni reati sono prescritti e le intercettazioni non si possono utilizzare. Fattori che hanno portato il Gup di Como Andrea Giudici, lo scorso 16 giugno, a dichiarare il non luogo a procedere per metà delle ipotesi di reato che avevano portato davanti al giudice 17 imputati, accusati di abusi e falsi nell’esercizio delle loro mansioni, e che ora sono state motivate in 37 pagine di sentenza che dettagliano la scelta di mandare a processo solo una parte delle imputazioni, ma che "per buona parte meritano di essere sottoposte al vaglio dibattimentale".

Le accuse della Procura coinvolgevano mezzo Comune, compresi gli ex sindaci Maria Paola Mangili Piccaluga e Roberto Salmoiraghi con i rispettivi segretari comunali: riguardavano fatti commessi nella gestione del Comune di Campione d’Italia e del Casinò a partire dal 2013. Undici imputazioni divise in due blocchi. Quattro abusi d’ufficio, ipotesi di falso in bilancio e corruzione. Nel secondo ipotesi di false comunicazioni sociali nei bilanci del Casinò. È andata prescritta l’accusa di abuso d’ufficio per i crediti esigibili dalla casa da gioco nel 2013 e 2014. Ad aprile del prossimo anno si discuteranno il falso in atto pubblico per il conferimento di villa Mimosa, l’ipotesi di abuso d’ufficio nei confronti per aver omesso di girare alla Regione i canoni riscossi dal Comune di Campione tra 2008 e 2011, pari a un milione e mezzo di franchi.