Campione, chiesto il concordato in bianco. Ma il futuro del Casinò è un rebus

Udienza al Tribunale fallimentare di Como, i giudici si sono riservati di decidere. La Procura chiede il congelamento dei beni

Il procuratore Nicola Piacente e il sostituto Pasquale Addesso

Il procuratore Nicola Piacente e il sostituto Pasquale Addesso

Campione d'Italia (Como9, 19 dicembre 2020 -  Una richiesta di concordato in bianco. La società di gestione del Casinò ieri davanti ai giudici del Tribunale Fallimentare di Como ha chiesto la possibilità di mettere a punto un piano di salvataggio e di sfruttare fino in fondo la possibilità che gli è stata concessa dalla Corte d’Appello, che aveva annullato la prima dichiarazione di fallimento. I giudici – Ambrogio Ceron, Marco Mancini e Annamaria Gigli – si sono riservati, ma è difficile pensare che negheranno la concessione dei termini, che nel primo caso era diventato motivo di annullamento.

C’è, inoltre, un ulteriore aspetto da valutare, che costituisce una questione giuridica non semplice: la Procura di Como, nelle persone del procuratore Nicola Piacente   e del sostituto Pasquale Addesso, ha chiesto il congelamento preventivo dei beni a disposizione della Casa da gioco: denaro trovato nella cassaforte e sui conti correnti, per circa 5 milioni, oltre a tutto il patrimonio di valore, partendo dai mobili e arredi, fino alle slot e alle apparecchiature di gioco.

Da un lato, l’ammissione al concordato preventivo determina la nomina di un commissario, che dovrebbe essere di per sé garanzia di tutela dei beni. Ma la Procura ritiene che non sia sufficiente a mettere al sicuro quel che rimane del patrimonio della Casa, e ha insistito per l’adozione di una misura conservativa. I giudici potrebbero sciogliere le riserve a breve, ma sullo sfondo si intravedono altre questioni di non facile approccio. La ricapitalizzazione della società non potrà avvenire col socio unico, il Comune, che è in dissesto finanziario e non presenta bilanci da due anni. Ma l’eventuale partecipazione di soci privati aprirebbe ulteriori questioni giuridiche. Per riconfigurare la società dopo l’uscita di amministrazioni provinciali e Camere di commercio, nel 2012, è stata necessaria un’apposita legge: qualificare il ruolo di un privato rischia di non essere da meno.