Campione chiede il concordato preventivo

Il sindaco Canesi: "Il fallimento non porterà affatto al migliore soddisfacimento dei creditori". In gran parte sono ex lavoratori

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di Roberto Canali

In attesa che si pronunci il Tribunale di Como il Consiglio comunale di Campione la sua sentenza l’ha già emessa: il casinò non deve fallire, ma intraprendere la strada del concordato preventivo, così da garantire lavoratori e creditori. Senza il gruppo di minoranza, ma con l’aggiunta del consigliere Christian Toini, l’assemblea che si è riunita ieri mattina ha approvato un documento in cui definisce le linee guida da opporre alla nuova istanza di fallimento presentata dalla Procura di Como. "Il fallimento non porterà affatto al migliore soddisfacimento dei creditori – ha sottolineato il sindaco, Roberto Canesi - Infatti, oltre a una liquidità di cassa rilevante, ma del tutto insufficiente a tutelare la massa dei creditori, l’unica attività che potrebbe essere concretamente valorizzata sarebbe l’usufrutto della durata residua di circa 20 anni dell’immobile. Bisogna considerare che gli strumenti e le suppellettili custoditi dal casinò hanno un valore commerciale scarsamente rilevante, trattandosi di beni strettamente connessi all’attività del gioco.

Appare piuttosto improbabile pensare a un investitore disponibile ad acquistare l’uso ventennale di un fabbricato e di taluni arredi e pertinenze che di fatto e di diritto non possono essere altrimenti utilizzati e sfruttati". Per il Comune la liquidazione e la vendita fallimentare potrebbero determinare entrate assai ridotte, neppure sufficienti a consentire il pagamento integrale dei creditori privilegiati, in gran parte rappresentati dagli ex lavoratori. Una situazione che potrebbe conseguentemente risultare ancora più pesante per tutti i creditori privi di titolo di privilegio che si troverebbero nella condizione di non incassare assolutamente nulla. Sono in questa condizione la banca Popolare Sondrio, ma soprattutto il Comune di Campione d’Italia, i cui crediti nella procedura fallimentare sono stati qualificati in parte non esigibili e per la parte residua postergati e quindi da liquidare dopo il soddisfacimento di tutti gli altri creditori. "La soluzione migliore è il concordato preventivo in ipotesi di continuità o la ristrutturazione del debito mediante un adeguato e rigoroso piano economico finanziario. Ci sono diversi gruppi internazionali che si sono dichiarati interessati ad affiancarci per il riavvio e gestione dell’azienda. Solo la continuità aziendale potrà infatti consentire alla società di saldare tutti i creditori privilegiati".