Campione d'Italia, la crisi del Casinò: la situazione precipita

L’assemblea dei soci ha deliberato un piano "lacrime e sangue" che prevede 156 esuberi

Un Casinò

Un Casinò

Campione d'Italia (Como), 15 febbraio 2018 - Sempre più complicata la situazione al Casinò Campione d’Italia dove una quarantina di dipendenti, nella giornata di ieri, hanno presentato un ricorso al Tribunale di Como per chiedere la restituzione del premio consolidato, eliminato grazie all’accordo di solidarietà siglato nel 2012. I lavoratori lamentano l’illegittimità degli accordi firmati dal 2014 in poi e chiedono un reintegro del loro stipendio. Intanto a chiedere un incontro alla proprietà sono i sindacati e la Rsa che hanno proclamato lo stato di agitazione dopo l’apertura della procedura di licenziamento collettivo.

«Abbiamo chiesto alla proprietà di produrre i documenti necessari per trattare il rinnovo dell’accordo di riduzione, ma i nostri continui solleciti sono caduti nel vuoto – lamentano i delegati di Fisascat Cisl, Ugl Terziario e Snalc Cisal – A ciò va aggiunta la mancanza di informazioni certe in merito al pagamento della restante parte di 13esima mensilità, ancora non versata ai lavoratori del Casinò. Al più presto convocheremo un’assemblea plenaria dei lavoratori, per discutere le ulteriori azioni da porre in essere».

Sul tavolo c’è la richiesta di licenziare 156 dei 492 dipendenti. In particolare a rischiare il loro posto sono cuochi e camerieri, che verrebbe lasciati tutti a casa dopo la chiusura del ristorante interno alla casa gioco, a loro si aggiungerebbero valletti, chasseur, fattorini, addetti alla pulizia dei tavoli e all’accoglienza. Nel mirino dell’amministratore unico, Marco Ambrosini, è finito il ristorante che nel 2017 ha perso due milioni e mezzo di euro, ma rischiare grosso sono anche gli ausiliari che rischiano di essere dimezzati, i croupier e il personale amministrativo che potrebbero essere ridotti rispettivamente del 22% e del 23%.