Campione d'Italia, prove d'intesa: "Lavoriamo per riaprire il casinò"

I due commissari con i sindacati per cercare di superare la crisi: "L'ipotesi è ripartire con la vecchia società"

Il confronto con i sindacati

Il confronto con i sindacati

Campione d'Italia (Como), 16 maggio 2019 - Parlare di soluzione è ancora prematuro, ma almeno rispetto al passato sembra esserci una direzione verso la quale muoversi per uscire dalla crisi che ha messo in ginocchio Campione d’Italia. Ci stanno lavorando i due commissari, Giorgio Zanzi e Maurizio Bruschi, che ieri mattina hanno incontrato i sindacati per fare il punto sulla situazione nell’ex clave.

«Si sta lavorando tutti per riaprire il Casinò, la situazione è di particolare complessità, ci stiamo impegnando in maniera intensa tenendo conto dei ricorsi giudiziari – riassume il commissario Giorgio Zanzi -. Una delle ipotesi è riaprire con la vecchia società, per legge la società con cui riaprire la casa da gioco non potrà che essere pubblica. Penso che il Comune nella compagine sociale non possa mancare visto che è titolare della concessione. Il commissario Bruschi si sta impegnando per presentare una relazione che verrà presentata agli organi di governo. La casa da gioco è un’azienda che produceva un notevole fatturato e garantiva la sussistenza della comunità oltre a introiti per lo Stato, in futuro dovrà riaprire ma la comunità di Campione farà bene a dare corso anche ad attività economiche alternative».

Entro il prossimo 15 giugno la relazione sulla riapertura del Casinò arriverà sul tavolo del Governo, ma viste le polemiche degli ultimi giorni rimane da capire se a riceverla ci saranno ancora il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In attesa di leggere nero su bianco il risultato dell’analisi del commissario sembra certo che la via privilegiata è quella del risanamento dell’attuale società di gestione, magari modificando la ragione sociale per introdurre Regione Lombardia e la Cassa Depositi e Prestiti che oltre a portare in dote i milioni di euro che servono per rilanciare il Casinò affiancherebbero il Comune oggi socio unico. Oltre alla politica il cui parere è fondamentale c’è da convincere anche i tribunali, in particolare quello di Como che dovrà esprimersi sulla nuova richiesta di fallimento presentata dalla procura. L’alternativa è far fallire l’attuale società e ripartire da zero, ma in questo caso la toppa rischierebbe di essere peggiore del buco.