Campione, il sindaco Salmoiraghi alza la posta in gioco: Comune decimato

Il primo passo concreto sarà la riduzione dei dipendenti comunali: oggi sono 102 e applicando i parametri previsti dalla legge in questi casi potrebbero scendere a 22

Roberto Salmoiraghi davanti al casinò

Roberto Salmoiraghi davanti al casinò

Campione d'Italia (Como), 4 agosto 2018 - Se il vero giocatore si vede quando perde Roberto Salmoiraghi è un giocatore straordinario e in questi giorni è impegnato nella sua partita più impegnativa: salvare la casa da gioco chiusa da ormai otto giorni e convincere la politica, quella che sta a Roma, che Campione non può essere abbandonato a se stesso.

"Non si può immaginare che un intero paese sia cancellato da cartina geografica. Tra oggi e domani elaboreremo un piano per modificare la situazione di Campione, quel che è certo è che il nostro paese non sarà più quello di un tempo - ha spiegato ieri pomeriggio nel corso di un incontro con i giornalisti ascoltato in tempo reale anche dai cinquecento lavoratori della casa da gioco ormai da una settimana in presidio permanente in piazza Maestro Campionesi - Forse è il primo casinò al mondo che va a fallire, vogliamo normalizzare questa situazione, abbiamo gli occhi di tutti puntati qui, siamo sempre stati additati come il paese del bengodi, dei privilegi. Oggi siamo disposti a rivedere le nostre condizioni". Il primo passo concreto sarà la riduzione dei dipendenti comunali: oggi sono 102 e applicando i parametri previsti dalla legge in questi casi potrebbero scendere a 22.

"Oggi la norma prevede in base al dissesto un dipendente ogni 150 abitanti, se non lo facciamo veniamo deferiti alla Corte dei Conti per danno erariale, non siamo d’accordo con questa norma, ma la legge va rispettata – ha proseguito il sindaco - Ritengo che se anche noi per legge dobbiamo applicarla, ma il Comune non potrà più funzionare e dare i minimi servizi, certo è che noi abbiamo l’obbligo di far tornare Campione un paese normale, costi quello che costi. Questo paese deve risorgere, già entro fine settimana presenteremo un piano di risanamento alla commissione ministeriale». Poi la questione più delicata, quella legata alla riapertura del casinò. 

"La casa da gioco deve riaprire subito, ogni giorno di chiusura impedisce di guadagnare dai 200mila ai 300mila franchi al giorno, anche questo è un danno erariale. Le soluzioni sono di tue tipi: una politica, la più rapida e probabilmente subordinata alla dimostrazione che il Comune vuole far tornare il bilancio entro certi limiti, l’altra giuridica presentando un reclamo in Corte d’Appello. Questa seconda soluzione richiede più tempo, ho dato mandato al nostro legale di presentare un reclamo, potrebbero esserci delle criticità che ci consentono di riaprire il discorso".