Il 'buco' di Campione d'Italia sotto la lente della Corte dei Conti

"Illiquidità di dimensioni imponenti" nei bilanci si sia passati dagli 8 milioni e mezzo di euro del 2013 ai 21 e 700mila del 2014, fino ai 22 e 700mila euro di 2015 e 2016

Campione d'Italia

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Campione d'Italia (Como), 21 marzo 2018 - «Criticità significative nella gestione finanziaria dell’ente, sintetizzabili in una situazione di illiquidità di dimensioni imponenti». È la premessa che ha spinto la Corte dei Conti ad aprire un procedimento di controllo sulla gestione finanziaria nei confronti del Comune di Campione d’Italia, dopo la richiesta di fallimento del Casinò giunta dalla Procura di Como.

Così i giudici milanesi, hanno ricostruito la gestione finanziaria dell’ente pubblico, fortemente connessa e segnata dalla crisi della casa da gioco, e in particolare le anticipazioni di cassa, imputabili ai «mancati introiti dei proventi della casa da gioco, che la società di gestione del Casinò, sulla base di una apposita convenzione, deve corrispondere al Comune». Viene evidenziato come nei bilanci si sia passati dagli 8 milioni e mezzo di euro del 2013, ai 21 e 700mila del 2014, fino ai 22 e 700mila euro di 2015 e 2016. «Crediti di rilevante ammontare – specifica la relazione della Corte dei Conti – la cui possibilità di riscossione appare difficilmente realizzabile, considerata la grave situazione di crisi economica del casinò».

Il prospetto inviato dal Comune di Campione, ha evidenziato un totale di quasi 22 milioni di franchi svizzeri di riscuotere tra 2016 e 2017 (pari allo stesso valore in euro), tale per cui «la situazione finanziaria del Comune appare connotata da un profondo squilibrio di bilancio», da cui è derivata l’apertura del procedimento e la fissazione lunedì di una prima udienza pubblica. «Il continuo ricorso ad anticipazioni di tesoreria in misura imponente – prosegue la relazione – che nel 2017 non è stato neppure sufficiente a garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti, evidenzia come il mancato pagamento dei residui passivi per un ammontare di 21 milioni e 400mila franchi, sia sia collegato in maniera quasi aritmetica alla mancata riscossione dei residui attivi dovuti dalla società, di 21 milioni e 900mila franchi, ponendo il Comune in una situazione di criticità cronica per il pagamento dei debiti e l’esercizio delle funzioni». A Milano, la Procura di Como ha inviato copia anche della delibera di giunta dello scorso 11 marzo, domenica sera, con cui il Comune rappresenta la possibilità di dilazionare fino ad aprile l’incasso delle quote da parte del Casinò di Campione, depositata nel procedimento fallimentare lunedì 12 marzo. Già in precedenza era stata trasmessa copia delle acquisizioni documentali svolte dalla Guardia di finanza nell’enclave per conto della Procura di Como.