Campione: "Italia, ci hai abbandonato"

Nell’ex capitale del gioco fra riscaldamenti bloccati servizi e stipendi azzerati «La spesa? Ci è rimasto solo il Banco alimentare»

Scuole al freddo a Campione d'Italia

Scuole al freddo a Campione d'Italia

Campione d’Italia (Como) 14 febbraio 2019 - «Cosa stanno aspettando i nostri politici a Roma? Che qui a Campione qualcuno compia un gesto disperato? In sette mesi sono arrivate solo promesse, ma nessuna soluzione concreta. Prima almeno i politici ci rispondevano al telefono, adesso neppure quello, evidemente hanno finito le scuse, ma noi qui stiamo finendo la speranza e questo è molto pericoloso». Non ce la fa più Rosy Bianchi, da più di duecento giorni in prima linea nel presidio di piazza Maestri Campionesi di fronte al casinò chiuso che è diventato l’emblema della sconfitta di un’intera comunità. «Il governo si è mobilitato per la Pernigotti, ma qui ci sono 800 persone che hanno perso il lavoro e non sanno più dove sbattere la testa». Ottocento, su 1.958 residenti. Da fine dicembre si attende la nomina di un commissario straordinario che però non arriva mai, come i rinforzi alla fortezza Bastiani e l’altro giorno municipio, scuole e case comunali sono rimaste al freddo perché era finito il gasolio e nessuno aveva il denaro per pagarlo.

«Per fortuna siamo riusciti a convincerlo a riprendere la fornitura», tira un sospiro di sollievo il commissario Giorgio Zanzi, al quale tocca il compito ingrato di rappresentare il volto dello Stato insieme ai quindici carabinieri che qualche settimana fa hanno diffidato il Comune perché da un anno non viene più riconosciuto loro l’assegno di confine. L’autocisterna è arrivata a fare il pieno anche al serbatoio delle scuole elementari, ma non in tempo per evitare ai bambini di fare lezione con il cappotto. È andata meglio a nonna Vincenza Padula, che ieri ha potuto spegnere la stufetta elettrica che i figli erano corsi a portarle quando i caloriferi della casa comunale in cui vive si erano spenti. «Pago 700 franchi al mese (650 euro ndr) di affitto per un appartamento di un solo locale – sospira –. Sono arrivata qui sessant’anni fa da Monteverde, in provincia di Avellino, a Campione d’Italia ho vissuto tutta la mia vita: mio marito l’ho conosciuto qui e in paese sono nati e cresciuti i miei cinque figli. Continuo a pensare che sia il posto più bello del mondo, ma nessuno di noi avrebbe mai immaginato di ridursi così». Il bengodi è finito, forse per sempre. Andrea Bilotta, anche lui ex-dipendente della casa da gioco, dopo sette mesi ha finalmente ricevuto il primo assegno dall’Inps.

«Sono 298 euro e qui a Campione è impossibile trovare un appartamento in affitto sotto i mille – sospira –. Il mese prossimo con il nuovo assegno di disoccupazione piena dovrei riuscire a pagare almeno quello, poi c’è da comparare da mangiare e pagare le bollette». Non è un caso che tante persone si rivolgono al banco di solidarietà aperto, grazie all’impegno degli ex-dipendenti del casinò, in centro paese. «Abbiamo 214 famiglie iscritte – spiegano Tiziana Bordon e Milena Vella – per il cibo e i generi di prima necessità dobbiamo dire grazie alle associazioni di volontariato svizzero come “Il Tavolino Magico” e i Lions di Lugano che ieri hanno organizzato una cena di beneficienza per raccogliere fondi. La gente si vergogna, ma ormai siamo alla fame e per tanti venire qui permette di mettere insieme il pranzo o la cena».