Cadorago, crivellato di colpi al bar. Ma i clienti chiamati a testimoniare non ricordano

Al processo per l'omicidio Mancuso, i clienti del bar: "Non ho visto niente. Ho sentito gli spari, credevo fossero mortaretti"

Il bar di Cadorago dove avvenne l'agguato

Il bar di Cadorago dove avvenne l'agguato

Cadorago (Como), 26 novembre 2019 - «Quello era un bar pulito, non bisognava fare niente lì dentro». Giuseppe Puglisi, 58 anni, di Cermenate, ieri ha testimoniato davanti alla Corte d’Assise di Como nel processo per l’omicidio di Franco Mancuso, ucciso da quattro colpi di pistola l’8 agosto 2008 all’interno del bar Arcobaleno, a Bulgorello di Cadorago. Omicidio per il quale sono ora a processo Bartolomeo Iaconis, 60 anni, ritenuto il mandante, e Luciano Rullo, 50 anni, ritenuto l’esecutore materiale, che quel giorno sarebbe arrivato in moto armato di pistola. Puglisi è detenuto dal 2014, finito in carcere con l’accusa di essere a capo della locale di ‘ndrangheta di Cermenate.

«Non ho visto chi gli ha sparato, ero di spalle – ha detto – ma sono stato il primo a soccorrerlo. Quando è arrivata l’ambulanza me ne sono andato. Sapevo che sarebbero arrivati i carabinieri, non aveva voglia di farmi trovare lì e passare la notte in caserma». A processo sono stati chiamati tutti i clienti identificati all’epoca, ma nessuno o quasi ricordava nulla di quell’omicidio a cui hanno assistito in diretta. Luigi Valenzisi, 45 anni di Cadorago: «Non mi ricordo chi c’era al bar, non ho visto niente. Ho sentito gli spari, credevo fossero mortaretti»; o il coetaneo e conterraneo Giovanni Sciacca: «Ho solo visto una persona che si allontanava, non ho capito subito cosa era successo».