Cabiate, caccia alla verità nei messaggi sul telefonino

La morte della bimba di 18 mesi seviziata dal compagno della madre: domani è in programma l'interrogatorio. Acquisiti gli scambi telefonici

Gabriel Robert Marincat è accusato di aver seviziato e ucciso la piccola

Gabriel Robert Marincat è accusato di aver seviziato e ucciso la piccola

Cabiate (Como), 25 gennaio 2021 - Quel pomeriggio, la madre di Sharon aveva creduto all’incidente raccontato dal suo compagno, la caduta accidentale della stufetta che aveva colpito la sua bimba. Ma tre giorni fa lo ha allontanato da casa, rimandandolo dalla madre, a Lentate sul Seveso, dove è stato arrestato sabato mattina.

L’autopsia, a cui era presente anche un consulente nominato da Gabriel Robert Marincat, che sarà interrogato domani, ha rivelato la presenza di una quantità di segni e ferite che andavano ben al di là dell’incidente domestico, tali da portare all’arresto del venticinquenne con le accuse di morte come conseguenza di maltrattamento, e violenza sessuale aggravata. Il pomeriggio dell’11 gennaio, la donna, 24 anni, era al lavoro in un bar di Cesano Maderno, e aveva affidato la sua bimba di soli 18 mesi al suo compagno. Solitamente la piccola stava con la nonna, ma da tre mesi i due avevano iniziato a convivere nella casa della donna, ed era già capitato qualche altra volta di affidare la bimba a Marincat, con il quale stava prendendo confidenza.

Come quel giorno, la cui cronaca dettagliata è ancora mancante di una serie di dettagli. I carabinieri della Tenenza di Mariano Comense hanno acquisito uno scambio di messaggi avvenuto tra i due alle 17, quando la bimba dormiva sul divano. Marincat le aveva già detto che si era fatta male, colpita dalla stufetta, e che si era addormentata, cercando di rassicurarla. "Cosa ha fatto sul labbro – gli chiede la madre – fammi la foto bene". Il compagno invia due scatti, scatenando la risposta stizzita della donna: "No adesso mi inc...", gli dice. Lui risponde con un vocale quasi disordinato: "Non lo so, perché o quando ho tirato il vassoio quello in vetro, oppure è volata sul tappetino, sai questo qua, che mancano i pezzi in mezzo… ecco è inciampata ed è andata di faccia contro il mobile nero… io la stavo guardando, stavo finendo di fare in bagno le cose, sono tornato era qui con il cuscino e il pupazzo e si è addormentata".

Subito, a casa della piccola Sharon, viene mandata la nonna, che chiama il 188, quando ormai non si poteva fare più nulla. "Sharon camminava sulle punte e gattonava – ha detto la madre ai carabinieri – giocava per terra e a volte cadeva, aveva lividi sulle gambe e sulle braccia". Ma non sul volto, non quell’ematoma alla testa affiorato poco prima dell’arrivo in ospedale.