Como, botte all'inquilino per avere soldi extra: in cella padrone di casa violento

Lo ha obbligato a rivelargli il pin del bancomat per sottrargli 2mila euro dal conto corrente

L'uomo è stato bloccato dalla polizia (Archivio)

L'uomo è stato bloccato dalla polizia (Archivio)

Como - All’inizio i soldi ai suoi affittuari li aveva chiesti gentilmente, contributi per piccole spese non dovuti, che infatti i tre clienti, che da qualche settimana avevano preso in affitto stanze all’interno della sua abitazione di via Giovio, non gli hanno mai dato.

Avevano pagato l’affitto, anche con versamento anticipato, ma quelle integrazioni chieste dal padrone di casa per presunte spese non erano negli accordi. Così martedì pomeriggio Riccardo Cagnetta, comasco di 47 anni, ha preso di mira uno dei suoi tre affittuari, un 27enne che occupava una delle sue stanze, e dopo l’ennesimo rifiuto di pagare più soldi di quelli dovuti, lo ha obbligato a versargli 2.000 euro. Un’aggressione che in breve tempo è degenerata in una rapina del telefono seguita dall’estorsione del denaro, che ha condotto Cagnetta in carcere al Bassone. 

Secondo la ricostruzione fatta dagli agenti della Squadra Volante, intervenuti su richiesta degli altri due coinquilini, Cagnetta avrebbe sottratto al 27enne il telefono, prendendolo a schiaffi. Gli ha poi afferrato la mano e utilizzato l’impronta del suo indice per sbloccare la app di transazione bancarie, senza però riuscire a utilizzarla.

Lo ha così obbligato a rivelargli il pin, che ha utilizzato per fare l’operazione allo sportello bancomat: i 2.000 euro sono stati versati sul conto di uno degli altri affittuari, probabilmente con l’intenzione di farseli restituire con uno stratagemma.

Ma nel frattempo è arrivata la pattuglia, appena in tempo per recuperare il telefono cellulare della vittima, che aveva gettato sotto un’auto in sosta. Su disposizione del magistrato di turno della Procura di Como, Mariano Fadda, in serata Cagnetta è stato portato al Bassone con le accusa di rapina, estorsione, lesioni aggravate dalla finalità di rapina, e di indebito utilizzo di strumenti di pagamento. È ora in attesa dell’interrogatorio di convalida da parte del giudice.