Bizzarone, bambino e genitori feriti dai fuochi d'artificio: sei indagati

Il sostituto procuratore di Como Simone Pizzotti ha concluso le indagini a carico di sei persone, tra cui il sindaco, accusate di lesioni colpose, aggravate dalla violazione dalle normative di sicurezza sui luoghi di lavoro, e di getto pericoloso di cose.

Fuochi d'artificio

Fuochi d'artificio

Bizzarone (Como), 14 agosto 2018 - Il fuoco di artificio li aveva colpiti alle gambe, sfuggendo al controllo e seguendo una traiettoria rasoterra. L’incidente era avvenuto la sera del 14 agosto dello scorso anno, durante la manifestazione «Bizzarone estate», e aveva provocato una lesione permanente alle ossa a un bimbo di 8 anni, oltre a ferite gravi da ustione alla madre che gli era accanto, e al padre. Ora, a un anno da quell’episodio, il sostituto procuratore di Como Simone Pizzotti ha concluso le indagini a carico di sei persone, tra cui il sindaco, accusate di lesioni colpose, aggravate dalla violazione dalle normative di sicurezza sui luoghi di lavoro, e di getto pericoloso di cose.

L’avviso ha raggiunto il primo cittadino Guido Bertocchi, 50 anni, il comandante della polizia locale Angelo Fagiani, 51 anni, Sergio Sassi, 45 anni di Bizzarone, responsabile del comitato organizzatore della serata, Pietro Masciocchi, 78 anni di Venegono Superiore, titolare dell’impresa che stava esplodendo i fuochi, Claudio Alberto Citterio, 48 anni di Tradate e Nello Sergentoni, 40 anni di Gorla Minore, tecnici incaricati del posizionamento delle batterie utilizzate per lo sparo dei fuochi. Le indagini svolte dalla Squadra Mobile della polizia e dal Nucleo Ispettorato del lavoro dei carabinieri di Como, avevano infatti ricostruito che quell’esplosione aveva seguito una traiettoria ad altezza d’uomo, a causa di un problema tecnico derivante dal posizionamento di una delle basi. Sindaco e comandante della polizia locale sono coinvolti per aver rilasciato l’autorizzazione all’impresa, il primo come responsabile della sicurezza pubblica e il secondo anche per non aver mantenuto il pubblico a distanza di sicurezza. 

Sassi per il ruolo di referente nell’organizzazione della serata e per la mancanza del documento di valutazione dei rischi, Masciocchi e i due tecnici per l’allestimento l’utilizzo dell’impianto, e in particolare per non aver ancorato saldamente la batteria i nove cilindri metallici del diametro di 50 centimetri, che sarebbero risultati disassati. Al momento dell’esplosione, il fuoco pirotecnico aveva seguito una traiettoria orizzontale anziché verticale, cadendo a un centinaio di metri di distanza, davanti al pubblico che stava assistendo alla manifestazione. Colpendo e ustionando alle gambe il bambino e i genitori. La ricostruzione di quanto avvenuto, ha inoltre portato a formulare un’ulteriore imputazione, per aver lanciato i fuochi alla presenza di oltre 300 persone, posizionate frontalmente e a solo un centinaio di metri rispetto alle batterie di sparo.