Bedizzole, violentò e uccise Francesca: serve un ’ulteriore perizia

La Corte d’Appello ottiene un nuovo accertamento psichiatrico su Andrea Pavarini

Francesca Fantoni

Francesca Fantoni

Bedizzole (Brescia), 9 aprile 2022 - ​ Sarà una nuova perizia a valutare le condizioni psichiatriche di Andrea Pavarini, il 34enne di Bedizzole già condannato all’ergastolo per avere stuprato, massacrato a calci e pugni e strozzato nel parco pubblico del paese Francesca Fantoni, 39 anni, affetta da ritardo mentale. L’omicidio risale al 20 gennaio 2020. Ieri la Corte d’Appello – presidente, Giulio Deantoni – ha accolto la richiesta dell’avvocato Ennio Buffoli, che assiste l’imputato, secondo il quale il giardiniere, affetto a suo dire da una semi-infermità, andava sottoposto a nuovi test, anche con l’ausilio delle neuroscienze.

Il procuratore generale Francesco Rombaldoni nella sua requisitoria, al termine della quale aveva chiesto la conferma della pena massima, si era invece opposto a una parziale rinnovazione dibattimentale: "La rabbia per il rifiuto di un rapporto sessuale ha portato Pavarini prima a violentare la vittima, poi a picchiarla selvaggiamente, infine a strozzarla. L’omicidio è stata una punizione".

Pavarini ieri era in aula, visibilmente ingrassato: "In un anno ha preso 20 chili, colpa degli psicofarmaci", ha sottolineato Buffoli. In aula, anche la mamma e la sorella di Francesca, parti civili con l’avvocato Alberto Scapaticci. Per l’accusa il giardiniere, padre di un bimbo che all’epoca aveva tre mesi, quel sabato sera si fece accompagnare dalla compagna in un bar dove incontrò Francesca, che poi condusse di proposito sul retro del parco per abusarla. Le strappò gli slip, la stuprò, seviziò, massacrò di botte e strozzò. Il corpo fu rinvenuto due giorni dopo dietro un cespuglio. Pavarini prima ammise il delitto, pur non confessando mai il movente sessuale, poi ritrattò le ammissioni in sede di processo di primo grado sostenendo fossero stati "i romeni".

Per il professor Sergio Monchieri, incaricato della perizia psichiatrica in fase d’indagine, l’uomo quando uccise la 39enne pur soffrendo di un lieve ritardo cognitivo era nel pieno delle proprie facoltà e in grado di stare a giudizio. Per il consulente della difesa, prof. Giacomo Filippini, invece, è vero il contrario. Il 22 aprile i giudici d’Appello affideranno l’incarico a un nuovo esperto chiamato a esprimersi su quanto fosse scemata la capacità di intendere dell’imputato al momento dell’omicidio. "Pavarini per quanto ha fatto è indubbio debba pagare. Ma deve pagare il giusto", la conclusione del difensore.