L’ipotesi di appropriazione indebita di 80mila euro per la quale è indagato l’avvocato comasco Alberto Anzani, 49 anni, include anche la redazione di un testamento da parte dell’anziana vittima, un uomo di Como ricoverato in casa di riposo e deceduto a settembre 2020. Subito dopo la morte dell’uomo, Anzani avrebbe fatto sottoscrivere alla sorella, secondo quanto ha raccontato lei stessa nella querela, una procura per poter seguire la successione: un testamento olografo datato ottobre 2018, nel quale l’avvocato figurava come destinatario del lascito di un immobile di Como. Ma l’insistenza nello spingere gli eredi all’accettazione del testamento, e le "continue richiesta economiche di dubbia natura, e i cui importi risultavano particolarmente ingenti", avevano spinto la sorella della vittima a revocare l’incarico e cambiare avvocato.
Successivamente la donna era venuta a conoscenza di un precedente testamento olografo redatto dal fratello nel 2016, che indicava come erede la sorella e i nipoti come nel documento del 2018, senza alcun lascito a favore di Anzani. Le indagini a suo carico, condotte dalla Guardia di finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e coordinate dal sostituto procuratore Antonia Pavan, sono sfociate martedì nel sequestro preventivo di oltre 81mila euro, che sarebbero stati all’anziano utilizzando una procura speciale.
Pa.Pi.
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