La differenza tra materiale esplosivo e materiale esplodente, traccia la linea di separazione tra un reato e la legittima detenzione di materiali da scoppio. Una puntualizzazione che ieri ha portato all’assoluzione di Simone Sibio, 39 anni di Cermenate, comparso davanti al gup di Como Andrea Giudici con l’accusa di violazione della legge sulle armi, per la detenzione illegale di 28 ordigni esplosivi di fattura artigianale. Erano stati trovati durante un accertamento svolto nella sua abitazione a luglio 2018, dalla polizia di Milano: 23 da mezzo etto ciascuno, e 5 da duecento grammi. Tutto sequestrato e analizzato dalla polizia scientifica, che aveva trovato miscugli di polveri varie, tra cui pirica, arrivando alla conclusione che si trattava di materiali per cui è obbligatorio avere una licenza. Ma ieri in udienza, le attenzioni – anche della difesa, avvocato Ivan Colciago - si sono concentrate sulla differenza tra detenzione di materiale "esplosivo", che prevede una condanna da 1 a 8 anni di carcere, o "esplodente", punito con una contravvenzione. L’esplodente - di cui è concessa la detenzione fino a 5 chili di polvere - diventa esplosivo quando ha caratteristiche di "micidialità", per quantità o per tipo di confezionamento. Un requisito non dimostrato dalla consulenza, portando così all’assoluzione perché il fatto non sussiste. Pa.Pi.
CronacaAveva ordigni esplosivi artiginali Trentanovenne viene assolto