Auto rubate e fatte a pezzi: tre arrestati

Trovate in un’officina alcune vetture oggetto di furto, completamente private di tutto ciò che era rivendibile come ricambio

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di Paola Pioppi

L’auto era partita da Mariano Comense sabato, dove vive il suo proprietario, ed è ritornata poche ore dopo a Mariano Comense. Ma alla guida c’era qualcun altro, che nel frattempo l’aveva rubata e consegnata a un’officina, che aveva già iniziato a smontarla per recuperare i pezzi di ricambio.

Un furto che, unito al ritrovamento di altre auto all’interno della stessa officina, ha condotto i carabinieri della Tenenza di Mariano Comense ad arrestare tre presone sorprese in flagranza di ricettazione: Enrico Morellini, 56 anni, residente a Cantù e responsabile di un’attività di officina a Mariano Comense, in via Al Pollirolo; Vincenzo Amoruso, 42 anni di Limbiate, ritenuto un suo collaboratore, e infine Brahim Lahmami, 22 anni, di origine marocchina, carrozziere di Parabiago.

In quel capannone i carabinieri sono arrivati dopo aver monitorato il passaggio della Golf lunedì mattina alle 7 da via Tonale a Mariano Comense, dove è presente un lettore targhe.

A quel punto hanno fatto subito due tipi di verifiche: la ricerca di un eventuale passaggio da altri varchi, risultata negativa, e la presenza di officine o attività compatibili in quella zona. Arrivando quindi da Morellini, che era al lavoro assieme a Veneruso. In un paio d’ore, dalla Golf erano già stati smontati diversi pezzi che, secondo le accuse, sarebbero stati acquisiti da Lahmami.

Sul suo veicolo erano già stati caricati altri pezzi di ricambio, ma all’interno dell’officina c’era molto di più: carcasse di auto rubate nelle ultime settimane, quasi tutte a Milano e una a Lissone, completamente private di tutto ciò che era rivendibile e con i telai tagliati: un furgoncino Jumper, una Lancia Y, una T-Roc e una Tiguan, una Alfa Mito e una Seat Ateca.

Su disposizione del magistrato di turno della Procura di Como, Michele Pecoraro, i tre uomini sono stati arrestati e portati in carcere al Bassone, dove ora attendono di affrontare l’interrogatorio di convalida con il giudice.