La tragedia di Asso: Milia, sei colpi esplosi nella caserma bunker senza dire una parola

Il comandante freddato in totale silenzio. Il ministro: "Mai più"

L'irruzione nella caserma dei carabinieri

L'irruzione nella caserma dei carabinieri

Asso (Como) - Quando ha lasciato il posto di guardia, all’ingresso della caserma, annunciando al piantone che sarebbe risalito nell’alloggio, il luogotenente Doriano Furceri si è trovato davanti il suo brigadiere, Antonio Milia, con in mano la pistola d’ordinanza. Gli ha esploso contro tre colpi calibro 9, che lo hanno raggiunto frontalmente. Senza dire una parola, una discussione, una misera spiegazione. Solo tre colpi di pistola.

Il primo ha lasciato al comandante solo lo spazio di un gemito di dolore, gli altri due lo hanno raggiunto quando era già steso a terra, in quella posizione supina in cui è rimasto per tredici ore. Tre esplosioni che sono state sentite distintamente dal piantone mentre si metteva al sicuro, ma solo l’autopsia, non ancora fissata, stabilirà l’esatta sequenza cha ha determinato la morte del luogotenente. L’unica certezza, al momento, è che la sua morte è stata istantanea, causata dalle ferite di una Beretta 92 calibro 9 parabellum.

Altri tre colpi Milia li ha invece esplosi al momento dell’irruzione dei Gis, ferendo come noto alla gamba un militare. Lui, comunque, in quella caserma e armato non ci sarebbe dovuto essere. Dall’alloggio di servizio, sarebbe dovuto scendere negli uffici solo per motivi di lavoro, che in quel momento non poteva avere, essendo in ferie. Durante l’interrogatorio con i magistrati della Procura Militare di Verona, a cui è assegnata l’indagine, e della Procura ordinaria di Como, ha detto che girava armato per il timore di non meglio precisati pericoli per la sua persona, e giovedì verso le 17, era sceso perché aveva problemi con il telefono cellulare. Trovandosi poi davanti a Furceri e decidendo di sparargli. Senza che mai, nonostante la sua insoddisfazione per i modi in cui si era trovato a lavorare con la nuova gestione del comando stazione, ci fossero stati con la vittima discussioni o liti plateali.

Su quanto accaduto è intervenuto anche il ministro della Difesa Guido Crosetto: "L’attuale servizio per il supporto psicologico del ministero della Difesa rivolto al personale militare sarà completamente ripensato – ha detto - anche in funzione del contesto sociale di oggi che presenta criticità maggiori rispetto al passato. Eventi come quello avvenuto ad Asso non dovranno mai più accadere".