Cantù, alpinista precipitato in Val Camonica: "Siamo sconvolti, è accaduto in un attimo"

Renzo Viganò è scivolato sul terreno reso viscido dalla pioggia ed è caduto per un centinaio di metri

Renzo Viganò

Renzo Viganò

Cantù (Como), 20 luglio 2019 - Quando si parla di incidenti in montagna viene naturale parlare di tragedia, anche se certe volte dietro a quelle che agli occhi dei profani sono fatalità si celano degli errori tecnici, non è questo il caso dell’incidente che è ieri mattina è costato la vita a Renzo Viganò, 38 anni di Cantù, morto dopo essere precipitato per un centinaio di metri mentre insieme a due amici si preparava ad affrontare la Concarena, in Valle Camonica.

Tutto è avvenuto all’alba, mentre i tre si stavano avvicinando all’attacco della via Cassin, una delle grandi classiche dell’alpinismo aperta nel 1939 dal grande scalatore lecchese: 900 metri di parete quasi verticale di calcare con dei punti impegnativi da superare soprattutto nella parte finale. La vita di Renzo però si è fermata molto prima, durante la salita che dal rifugio porta fino alla base della parete, a 1.560 metri di quota. Il canturino è scivolato sul terreno reso viscido dalla pioggia ed è precipitato per un centinaio di metri. I due compagni hanno immediatamente dato l’allarme con il cellulare e pochi minuti dopo, alle 7 del mattino, si è alzato in volo l’elisoccorso di Brescia a supporto delle squadre del Cnsas della V Delegazione Bresciana.

Le squadre del soccorso alpino hanno impiegato poco a individuare il corpo di Renzo, immobile cento metri più in basso rispetto al punto dov’erano ancora fermi gli amici, alla base della via Cassin. Con il verricello si sono calati i soccorritori e l’equipe medica, ma per Renzo non c’era ormai più niente da fare. La notizia si è rapidamente diffusa anche a Cantù dove a piangere Renzo Viganò ci sono tanti amici, molti dei quali come lui iscritti al Cai che nella Città del Mobile conta ben 560 soci. Appena appresa la tragica notizia sono partiti alla volta di Ono San Pietro anche i suoi genitori che l’avevano salutato per l’ultima volta domenica mentre preparava lo zaino con la corda, le scarpette da scalata, i chiodi e tutta l’attrezzatura gli sarebbe servita durante l’ascensione. Un sogno di libertà spezzato a causa di una tragica fatalità, mai come in questo caso lo si può dire.  «Quando è suonato il telefono, questa mattina presto, ho avuto subito un brutto presentimento, il nostro club ha una grande tradizione e tanti iscritti, purtroppo quando si va in montagna gli incidenti sono dietro l’angolo. Lo stesso però la notizia di quel che è capitato a Renzo mi ha sconvolto, oltre a essere un bravissimo ragazzo era un alpinista molto meticoloso, uno di quelli che non lascia mai nulla al caso e quando occorre tornare indietro». «Non so dire se tentavano la via per la prima volta – spiega la presidente del Cai di Cantù, Marika Novati – di sicuro si erano preparati a quel tipo di ascensione. I suoi compagni erano sconvolti, tutto è avvenuto in un attimo».

Ieri sera il Cai di Cantù ha voluto ricordare Renzo con una bella foto scattata poche settimane fa, in occasione della chiusura del corso di arrampicata riservato ai bambini, di cui Renzo Viganò era uno degli istruttori. «Eravamo riusciti a convincerlo solo l’anno scorso sapevamo che era la persona giusta perché oltre alle competenze tecniche aveva una grande pazienza e la capacità di farsi ascoltare anche dai più piccoli. Renzo si era impegnato come sempre e il risultato era stato straordinario, tanti bambini grazie a lui hanno imparato l’amore e il rispetto per la montagna».