
Rinviata a giudizio l'ufficiale medico della Questura
Como, 18 settembre 2015 - Andranno a processo a giugno del prossimo anno, per difendersi dalle accuse di aver stravolto la dinamica di un incidente, nel quale è rimasto coinvolto il figlio dell’ex medico della Questura di Como. Ieri mattina il gup di Como Ferdinando Buatier, ha disposto il rinvio a giudizio per Angela Napolitano, 47 anni, dirigente medico all’epoca in servizio a Como, per Gian Piero Pisani, 49 anni, ex vicecomandante della polizia stradale di Como e per l’assistente capo Mauro Basso, 41 anni, che era intervenuto sull’incidente.
Su richiesta del pubblico ministero Massimo Astori, è stato prosciolto Patrizio Compostella, 60 anni, ex comandante della Polizia Stradale di Como. Tutti sono accusati di falso ideologico e materiale, con l’ipotesi di aver stravolto le attribuzioni di responsabilità di un incidente stradale avvenuto nel novembre del 2012, sulla strada che da Brunate porta verso Como. Di calunnia nei confronti del conducente dell’auto contro cui si sarebbe scontrato il ragazzino, sono invece accusati Pisani e la Napolitano, mentre è stato archiviato il marito di quest’ultima.
Tuttavia ieri, per i due imputati si è aggiunta anche l’accusa di falso ideologico, che li porterà a processo davanti al Tribunale Collegiale anziché dal giudice monocratico. Quel giorno il ragazzino, scendendo in bicicletta contromano lungo via Como a forte velocità, avrebbe invaso la corsia di marcia opposta, finendo contro una Opel Corsa che procedeva in senso contrario. Auto che, secondo accertamenti successivi, fu ritenuta in posizione regolare. Da questo momento, sarebbero iniziate le condotte che hanno portato alla formalizzazione delle accuse: Pisani, sarebbe stato informato dell’incidente dalla Napolitano, contattato Basso che stava svolgendo i rilievi e, a dispetto di una prima ricostruzione della dinamica, che stabiliva la responsabilità del ragazzino, gli avrebbe ordinato di limitarsi a verificare se ci fosse modo di ipotizzare la responsabilità dell’automobilista.
Avrebbero quindi stravolto la ricostruzione, in modo da sbilanciare la responsabilità verso il conducente dell’auto. Arrivando così alla stesura degli atti ideologicamente falsi, in quanto riportavano circostanze mai avvenute, e a conseguente abuso d’ufficio contestato ora. Nei confronti di Pisani e della Napolitano, viene mossa l’ulteriore accusa di aver calunniato l’automobilista - che per il dirigente medico risulta aggravata dall’abuso dei poteri della sua funzione pubblica, in concorso morale con Pisani, in quanto avevano denunciato l’automobilista per lesioni personali, pur consapevoli della sua mancanza di responsabilità.