Acquistati con i soldi dell’usura, confiscati cinque appartamenti

Como, il provvedimento eseguito dalla Guardia di finanza. Il valore degli immobili ammonta a circa mezzo milione

Le case che si erano comperati con i soldi dell’usura non sono più loro. I militari della Guardia di finanza di Como hanno confiscato cinque appartamenti da quasi mezzo milione di euro a una famiglia di cravattari: marito, moglie e due figlie che avevano acquistato quegli immobili con i soldi estorti, in piena pandemia, a un commercialista e ad altri professionisti e imprenditori finiti nelle loro mani, anzi tra i cordoni della loro borsa. Sono Gabro Panfili, 75 anni di Laglio, che lo scorso marzo ha patteggiato una condanna a 5 anni, la moglie Franca Ribuffo a 2 anni senza sospensione condizionale, e le due figlie Biancaelena e Chiara, che invece avevano patteggiato a 1 un anno e 4 mesi a testa, nel loro caso col beneficio della sospensione. "Le indagini erano state svolte, sotto la direzione dei magistrati della Procura di Como, nei confronti di un soggetto già pregiudicato nel 2013 per analoghe condotte il quale, nel pieno del periodo pandemico, in particolare nel primo semestre 2020 e con il concorso dei familiari, elargiva prestiti usurari al pubblico servendosi di un ufficio in centro a Como – spiega il tenente colonnello Samuel Bolis, comandante del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Como -. Il provvedimento sancisce la definitività della confisca degli immobili acquisiti con i proventi dell’usura". Gli appartamenti ora sono diventati di proprietà dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, i cui funzionari ne valuteranno la destinazione. Verranno venduti per rimpinguare le casse o assegnati per finalità sociali. D.D.S.