Cantù (Como), 4 giugno 2014 - Sognavano da anni di scalare l’Alpamayo una delle vette più belle e famose della Cordillera Blanca, con il suo versante Sud con le celebri «canne d’organo», alta 5.947 metri. Questa stagione finalmente era quella giusta. Matteo Tagliabue, 27 anni di Cantù ed Enrico Broggi, 28 anni di Brenna, dopo un inverno di allenamento intenso, avevano deciso di partire per il Perù insieme a Giacomo Longhi, 23 anni e Marco Ballerini, 25 anni, amici e grandi appassionati di alpinismo e scialpinismo. Le scorse settimane avevano raggiunto Cochabamba e da lì hanno iniziato il trekking verso il campo base della montagna. L’obiettivo era la via dei Ragni, aperta da Casimiro Ferrari e compagni nel 1975, l’itinerario solitamente percorso dalla maggiorparte degli alpinisti che vogliono scalare l’Alpamayo perché gli altri versanti, che percorrono tratti di cresta molto esposti, sono molto più rischiosi.

La via scelta dal gruppo di scalatori comaschi insomma era quella considerata più sicura. Dopo alcuni giorni di riposo hanno lasciato il campo base per raggiungere, dopo un percorso che sale di circa 500 metri, un campo successivo che raggiunge un colle dal quale si domina l’intero versante Sud-Ovest della montagna. Lì hanno dormito nelle tende e il giorno successivo (il 31 maggio), alle prime ore del mattino, si sono avviati verso la crepacciata terminale per poi iniziare la scalata vera e propria. «Per prendere la via dei Ragni dall’ultimo campo si taglia sotto la parete. La linea di salita si trova oltre la metà della parete - spiega Fabio Lenti, guida alpina, che ha scalato l’Alpamayo diverse volte - Si tratta di una salita non troppo lunga: dalla crepacciata terminale sono circa 350 metri. La via inizialmente si innalza per 45, 50% poi diventa più ripida e si infila in un camino di ghiaccio che porta al punto più alto».

Secondo le ultime ricostruzioni Tagliabue e Broggi sarebbero precipitati proprio nella parte finale della via, a circa 150 metri dalla vetta. Nessuno ha assistito all’incidente che potrebbe essere stato provocato dal crollo di una cornice proprio dalla parte sommitale della montagna che potrebbe averli travolti e spazzati via. I due amici partiti con loro procedevano a distanza. Erano circa le 7 del mattino quando si sono accorti che la prima cordata era scomparsa si sono messi a cercarli per ore. Quindi sono scesi a valle per chiedere aiuto e dare l’allarme. Le ricerche sono continuate per giorni fino a ieri.