Mozzate (Como), 16 aprile  2014 - Accertamenti a Rimini per verificare la fondatezza delle dichiarazioni rese da Monica Sanchi davanti al magistrato. Per tutta la giornata di ieri, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, hanno fatto una serie di ricostruzioni e verifiche, alla presenza della donna e del suo avvocato, ma anche di un sostituto procuratore di Rimini, come da accordi con il magistrato di Como che coordina le indagini sull’omicidio di Nadia Nusdorfi, uccisa a coltellate il 1° marzo scorso, nel sottopassaggio della stazione di Mozzate. Lunedì pomeriggio, per quasi tre ore, l’operaia trentasettenne di Rimini è stata ascoltata a Como dal magistrato. Le sono state chieste soprattutto precisazioni su una serie di dettagli che ancora non sono chiari, riguardanti ciò che è successo prima dell’omicidio, a partire da 28 febbraio.

Il giorno seguente, la Sanchi ha accompagnato a Mozzate Dritan Demiraj, albanese ventottenne, suo attuale compagno e soprattutto ex compagno della vittima, con la quale aveva avuto un figlio cinque anni fa. Secondo le sue dichiarazioni, in auto ci sarebbe stato un altro uomo, ma sull’identità di questa figura la donna è sempre stata più che vaga. Ieri sono stati fatti quindi accertamenti precisi, ripercorrendo i luoghi in cui tutti i protagonisti di questa vicenda, si sono incontrati nelle ore precedenti il delitto, e verificando la compatibilità di tempi e modalità. Tuttavia, rimane ancora aperto quello che in questo momento è il punto interrogativo principale di questa vicenda, vale a dire la scomparsa di Silvio Mannina. Trentenne originario di Castano Primo, senza dimora fissa e ultimamente ospite di un centro diurno di Bologna, è stato l’ultimo frequentatore di Nadia Nusdorfi, fino a un paio di settimane prima della sua morte. Poi avrebbe iniziato una serie di contatti con la Sanchi, attraverso i rispettivi profili di Facebook, culminati nell’appuntamento che ci sarebbe stato a Rimini il giorno precedente l’omicidio.

Da questo momento Mannina è sparito, ma il suo telefono è stato utilizzato per tutto il giorno successivo, per mandare alla Nusdorfi i messaggi per convincerla a presentarsi alla stazione di Mozzate, dove era convinta di incontrare Mannina. C’era invece Demiraj, che l’ha ripetutamente colpita con un coltello preso apposta per ucciderla. L’interrogatorio reso lunedì dalla Sanchi, sembra quindi che non sia stato utile a localizzare Mannina, o perlomeno a capire che fine possa aver fatto. Le ipotesi sulla sua scomparsa sono ancora aperte su più fronti, e finora nessun particolare è intervenuto a consentire di capire se l’uomo si stia nascondendo o se abbia fatto una fine di tutt’altro genere.