Como, 29 marzo 2014 - Non ha risposto alle domande del giudice. Gian Piero Pisani, 47 anni, vicecomandante della polizia stradale di Como, arrestato martedì mattina, ieri durante l’interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Avrebbe manifestato l’intenzione di riflettere meglio sulla mole di accuse che gli vengono mosse, ma nel frattempo i suoi avvocati hanno chiesto gli arresti domiciliari. Un’attenuazione della misura, che si motiverebbe con il venir meno delle esigenze di preservare le indagini, in quanto le perquisizioni sono state ormai fatte, o almeno quelle principali – anche se ieri mattina sono state fatte ulteriori acquisizioni al comando di Polizia Locale di Como e nuovamente in Questura – i coindagati principali tutti interrogati e infine sia lui che il comandante, Patrizio Compostella, sono stati sospesi dall’incarico.

Una richiesta sulla quale il gip Maria Luisa Lo Gatto si è riservato, così come sulla misura della sospensione dal servizio per i quattro indagati interrogati ieri mattina. Innanzi tutto Angela Napolitano, 44 anni, medico della Questura, iscritta per falso e calunnia in relazione a un incidente stradale che sarebbe stato alterato nella dinamica per dare ragione a suo figlio finito contro un’auto. Al giudice, ha dato la sua interpretazione degli elementi raccolti durante le indagini, che la accusano, sostenendo invece di aver fatto tutto nella piena legittimità.

Anche Davide Gaspa, 47 anni, Commissario Aggiunto della Polizia Locale di Como, responsabile dell’ufficio verbali – ma ora assegnato ad altro incarico dal comandante di polizia locale di Como – ha sostenuto al legittimità della procedura dal lui svolta, nell’accogliere l’annullamento delle multe prese dai poliziotti della stradale in via Italia Libera, e periodicamente inviate al comando dei vigili accompagnate da dichiarazioni di utilizzo delle auto per ragioni di servizio. Stessa condotta, davanti al giudice, per Alessandro Nardese, 43 anni e Fabrizio Galbiati, 38 anni, agenti della Stradale, chiamati a rispondere degli inserimenti a terminale delle centinaia di sanzioni per eccesso di velocità rilevate da Tutor e Autovelox sull’autostrada nei tratti di Como e di Bergamo, accompagnati da accoglimenti di ricorsi risultati falsi.